Scritto da © Hjeronimus - Sab, 22/07/2017 - 21:53
Finito il bellissimo libro di Truman Capote - “A sangue freddo” -, mi viene di ribadire ancora la veggenza di questo autore che subodora da subito, ossia dalle sue macabre inaugurazioni, il fenomeno con e contro il quale siamo oggi obbligati a fare i conti: l’odio. L’odio individuale, sociale, collettivo; l’odio fenomenico di un sistema di vita contraddittorio e irrazionale, ove sia i “premiati” che i reietti sono parimenti malvagi e colpevoli. Un evo senza speranza, che affonda fatalmente nella propria illogicità, mettendo a tacere le poche voci illuminate e saziandosi invece infinitamente delle bestialità sparate senza tregua e senza ritegno dai vari demagoghi furbi e ottusi e malintenzionati che questo mondo a rovescio forgia a tempo pieno. Mi figuro che quando la voce della ragione sarà completamente oscurata, i “Masanielli” dell’una parte cominceranno a scannarsi coi “Masanielli” di quella opposta, dando così origine alla festa finale, lo scannatoio universale ove, come scriveva Benn, affonderanno i corpi squartati di maschi e femmine, buoni e cattivi, colpevoli e innocenti, in un coito raccapricciante di sesso e di morti, tutti alla stessa stregua complici infelici del proprio lugubre fato.
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