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Ha Bisogno Signorina?

Storie su strada

Ne ho raccolte alcune, lasciate, cadute, scordate o volutamente abbandonate.
Le provo a raccontare
Vediamo se riesco a capire
Vediamo se riesco a sentire
 
Ha bisogno signorina?
[meccanico.gif.gif]Guidava con fare sornione e sonnolento, rilassato e senza fretta. Cacciava con lo stesso fare fluido e disincantato degli squali. Squalo, infatti, era il suo soprannome da anni e anni ormai.
 
Era Squalo, perchè mangiava pesciolini.
Girava per intere giornate sul suo Raccordo, 68 km di corsia interna e 68 km corsia esterna, tutti i giorni e tesseva le sue reti virtuali fatte di sfiga altrui, per poi sferrare l’attacco al momento giusto, appunto ai poveri pesciolini in panne.
 
Quel giorno Squalo se lo sentiva era una giornata buona, ma che sapeva di strano. Era come annaspare controcorrente.
Il camion sembrava andare liscio come l’olio, benché non fosse propriamente reduce da revisioni recenti; ma partiva, andava e tornava alla meta, e questo bastava a rendere la giornata fruttuosa.
 
Visto dall’esterno, sembrava effettivamente un poco probabile mezzo di soccorso ACI, di giallo e arancione non rimaneva più molto, ed a guardare bene, la scritta Soccorso ACI non aveva nulla a che fare con il nostro amato Automobil Club. Soccorso A.C.I., Autofficina Clementi Ignazio era la cruda realtà, talmente cruda e gretta, che il povero malcapitato non aveva neanche le forze di manifestare le proprie ragioni, pagava (salato, salatissimo) a denti stretti e tornava su strada, dopo il salasso dell’officina.
Ignazio lo Squalo stava sonnecchiando alla guida, rimirandosi le unghie nere, il nero fatto del lavoro e del sudore, del vero sudore. A guardare bene le unghie nere erano di fatto nove, un medio non era perfettamente ancora allineato con il suo personalissimo standard di igiene. Si diede una grattata alla nuca  ed una sturata all’orecchio destro, e come per magia, anche l’ultimo dito ebbe il suo nuovissimo strato di smalto nero, smalto posto “sotto” le unghie e non sopra.
Geniale, perché durava di più.
 
La vide.
 
Altezza uscita 18, Casilina, traffico perennemente bloccato, e Ford Fiesta in corsia di emergenza con le quattro frecce accese, e un’aria di disperato bisogno di aiuto. Era il pesciolino fresco fresco di giornata, …anzi no, era una pesciolina…
Manovra perfetta, una scarto improvviso ed era già posizionato davanti a lei. Vide la sagoma della giovane ragazza (portatrice di soldi freschi freschi), con la testa leggermente chinata da un lato come persa tra un sogno e l'incubo di un dramma. Infilò la testa dentro il finestrino aperto.
 
“Ha bisogno Signorina?”
 
Lei fece un sussulto, più per la zaffata di caffè rancido e sudore stagionato, che per la sorpresa di vedersi davanti una specie di orco.
Fece un respiro profondo, un lungo respiro profondo, per mandare indietro lacrime ancora non piante, e poi disse “Si”
“Si, ho bisogno di aiuto. Lei mi può aiutare? Eccomi qui, non so più cosa fare, ho una famiglia di merda che non mi riesce a capire, un lavoro che non mi riesco a tenere, la mia tiroide che mi fa impazzire e la mia compagna che ha deciso, che ci dobbiamo lasciare. Tutto il mio amore, ora, non sa più dove andare. Gliele ho messe anche in rima, visto? Si, ho bisogno di aiuto, Lei mi può aiutare?”
 
Porca troia, pensò Squalo, me la sono trovata pure lesbica. Una sfigata lesbica. Meglio prendere il largo che qui si mette male, tempo perso niente soldi e men che meno niente sesso.
 
“Signorina, ehm… io intendevo se avrebbe bisogno di me per la macchina…”
 
Lei sussultò per il verbo assassinato e poi ...“La macchina, e’ l’unica cosa che oggi mi funziona, mi lasci in pace per favore...”
 
“Uhm.. beh se è così allora, ehm.. io vado. Auguri”
 
La lasciò mentre cominciavano a sgorgare le prime lacrime pronte per essere piante, scappò via prima di esserne inzuppato.
Montato sul camion, si mise alla ricerca di altri pesciolini, e mentre vedeva rimpicciolire nello specchietto retrovisore la Fiesta gialla, pensò se considerare malata o semplicemente una mezza donna una figlia lesbica. Ma era un pensiero che andava ben oltre il suo normale flusso celebrale fatto di asfalto e lamiere. Si tolse un enorme cappero dal naso (aveva dita grosse ma lì, imperava arte e maestria...) e si concentrò sul traffico.
Buon lavoro Squalo, buon lavoro.
 
Al rientro a casa, magari, prova a chiederti perché da due giorni tua figlia stia piangendo anche lei disperata, e perché nel quadro appeso in camera, invece, sorrideva felice. Si, in quel quadro dove è ritratta, al fianco di quella bella ragazza, dentro una Fiesta gialla.
 
FINE

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