Scritto da © Silvia De Angelis - Dom, 03/04/2011 - 15:43
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Spossata più che mai da un alito di borragine
tendo il filo delle mie ansietà
addensate nei soprusi giacenti in quel sobborgo solitario
Arrogano sghembi travagli (lune offese intrufolano vermiglie
nebbie in penombre svelate) insinuanti clandestine ribellioni
sedate ora da una calma immota
E un lampo d'esistenza acuisce verità e bellezza
d'un profondo cristallino (labili gocce di rugiada sfiorano
un ego avido di dolci carezze) volto a un inedito profilo
ammorbidito dallo sconfinare d'un guizzo vanesio
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