Scritto da © Guglielmo Perfetti - Mer, 12/12/2018 - 09:02
Ce l’aveva fatta, mi diceva velocemente
e io sentivo di arrancare dietro, annaspando.
Non volevo sapere come ma intuivo dove
a poco si sarebbe trasferita.
Di che mi lamentavo? Un lavoro avevo anch’io
e mi piaceva.
Il mio essere aveva tempo per seguire
sentieri paralleli o per aspettare, semplicemente.
Vivevo nella città amata, di cui ero muschio al muro
Nonostante questo la notizia lasciava un vuoto,
non potevo essere felice.
Il freddo l’aveva seguita, spazzando via
a poco ricordi luminosi di noi al sole e ai tetti
della sua città di prima, della sua casa che sentivo ancora mia.
Sapevo che tutto sarebbe cambiato per il meglio, presto.
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