Scritto da © Grazia Denaro - Gio, 21/07/2016 - 16:53
Sei arrivato
in un pomeriggio assolato
con un passo di pellegrino errante.
I tui versi sono dettati da dolce musa
sperduta in solitudine confusa.
Ti ho aperto il mio cuore
non so chi realmente tu sia,
ma l'empatia è stata la nostra magia.
Ti ho sentito nell'ebbrezza delle vene,
nel fluidificare del mio sangue,
nei palpiti del mio cuore
che m'incitava nei passi segreti
del mio respiro
ad assorbire le tue parole.
Sentivo in me una gioia immensa
e mi sentivo parte del creato,
della beatitudine della campagna,
dagli alberi smossi dal vento lieve,
dell'erba verde e dei papaveri rossi
che riempivano il prato.
Mi sentivo benedetta da questo cielo
limpido e azzurro
che dava gioia al mio essere.
Un indefinibile brivido
accendeva il mio corpo
nell'ammirare i tuoi fieri movimenti,
sentire il tuo roco e basso parlare
che raccontava l'amore con dolce fervore.
Hai riempito il mio spazio vuoto
d'un atteso miraggio
ed ascoltando lontani echi
hai risposto a muti richiami
espansione d'indefinite cose
su fessure dischiuse
al riverbero dei sogni...
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