Gli inferi (mania o smania emulativa!) | Poesia | Francesco Andrea Maiello | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Gli inferi (mania o smania emulativa!)

 
 
Quando alfin il cuor diparte,
nel momento del distacco
dello spirito dalla materia,
se osservi attentamente
questo corpo ormai esanime
vedi l’anima sortire
nelle sue vere dimensioni
di luminoso abito interiore,
negativo illuminato
della sagoma corporale,
eterea imago spirituale.
Ad un tratto in questo volo
prende sembianze di una pallina
dai colori cangianti
alternando, all'istante,
il bianco, il rosso e il giallo
in virtù della sua triplice essenza
di coscienza, amore e mente.
Le anime dell’umanità,
troppo legate alla buia materia
perdono, però, la lor viva luce
e con gran difficoltà salgono su,
ma poi per il gran peso
restano, ahimè, imbrigliate
nella barriera dell’atmosfera,
formando in questa condensa
tetri nuvoloni minaccianti.
Con la pioggia di poi battente
viaggiano tra tuoni e lampi,
fulmini e saette,
e nelle sporche acque reflue
della superficie terrestre
per infimi maleodoranti canali,
attraverso fogne e cloache,
scendono sempre più giù
lungo reconditi cunicoli
scavati dalle eterne fiammelle
di anime perdute
che le hanno precedute
in questo triste destino.
Nel buio sempre più pesto
delle profondità terrene
si odono allor urla strazianti
tra odori nauseanti
e la crescente acredine
ti stringe soffocandoti in gola.
Adesso sei davvero preda
delle fredde mani di Satana
che ti vogliono strozzare.
Il fuoco, alfin, causa
di scottanti e dolorose pene,
speri che finalmente ti distrugga,
ma se dici questo all’inferno
nemmeno ragioni più...
sei fuori di testa!
Convinciti, non sei più materia
ed è sol questa
che man mano si consuma,
mentre tu sei, purtroppo,
spirito eterno e mai avrai fine,
dispiace il tuo perenne dolor.
È proprio vero, bisogna dirlo,
hai fatto davvero una brutta fine,
ma la causa di tutto questo
sei solamente tu.
L’anima e lo spirito,
il corpo e la materia
non sono barzellette
tanto per scherzarci su
e proprio quaggiù i sensi,
oltre che intatti,
si rafforzano sempre di più.
Di colpo, dal centro delle fiamme,
un urlo agghiacciante
con un fetor sempre più nauseante,
l’acredine pervade ogni spazio circostante
e brucia finanche occhi infuocati,
seppur spazza via per un po’
il fumo delle tue corna,
che incessante fuoriesce dalle orecchie
disegnandoti in testa
una bella e maleodorante aureola.
Proprio a questo punto appare,
nel bel mezzo delle fiamme,
un uomo dimesso dal volto sofferente,
ti fa davvero gran pena
e mai ci crederesti,
ma son proprio queste le vesti
di quel poveretto di Satana.
 
 
 

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