Scritto da © giuseppe pittà - Lun, 11/01/2016 - 11:08
la finisco dissanguato
cedendo tutte le
gocce all’estate di questo inverno
mi restituisco alla malattia
nell’incapacità di ritrovare la
faccia nascosta della luna
mi incarto nei vecchi giornali
per essere deportato nelle
cucine dei buoni ristoranti
nell’aspettativa d’esser portata
principale
la più gradita dalle folgori
intelligenti della nuova civiltà
la finisco perché ho gusto di
suicidio più che salato
come fosse caramello anomalo
fatto colare sulle tavole della
mia Bibbia personalizzata
però succhio lecca-lecca a
forma di tuono nucleare
trovando interessanti perfino i
documenti del ministero
dove autorizzano la distruzione di
certe isole che meravigliano
bombardandole d’aria compressa
come fossero sagome di
una baracca del Luna Park
la finisco bevendo del buon rhum
stavolta panamense a
canna direttamente dalla bottiglia
giocando con tanta saggezza sulle
condizioni meteorologiche del
vento di tutte le speranze
con un soffio problematico al cuore
deciso quasi certamente
dalla fine scoppiettante di David e
dalla sua stella nera che sa uccidere con
la sicurezza di un killer di professione
lui fragile nella sua immensa forza
capricorno come me poco
attento ad un oroscopo che
scorre come un rivolo di fiamme in
quest’ultimo infernale concerto
dove conto con le note sconosciute
tutti i passi da fare per
giungere al cospetto di un cielo che
con esasperante voluta incertezza
sarebbe composto soltanto da
pensieri di vapore acqueo e
poco o niente più
cedendo tutte le
gocce all’estate di questo inverno
mi restituisco alla malattia
nell’incapacità di ritrovare la
faccia nascosta della luna
mi incarto nei vecchi giornali
per essere deportato nelle
cucine dei buoni ristoranti
nell’aspettativa d’esser portata
principale
la più gradita dalle folgori
intelligenti della nuova civiltà
la finisco perché ho gusto di
suicidio più che salato
come fosse caramello anomalo
fatto colare sulle tavole della
mia Bibbia personalizzata
però succhio lecca-lecca a
forma di tuono nucleare
trovando interessanti perfino i
documenti del ministero
dove autorizzano la distruzione di
certe isole che meravigliano
bombardandole d’aria compressa
come fossero sagome di
una baracca del Luna Park
la finisco bevendo del buon rhum
stavolta panamense a
canna direttamente dalla bottiglia
giocando con tanta saggezza sulle
condizioni meteorologiche del
vento di tutte le speranze
con un soffio problematico al cuore
deciso quasi certamente
dalla fine scoppiettante di David e
dalla sua stella nera che sa uccidere con
la sicurezza di un killer di professione
lui fragile nella sua immensa forza
capricorno come me poco
attento ad un oroscopo che
scorre come un rivolo di fiamme in
quest’ultimo infernale concerto
dove conto con le note sconosciute
tutti i passi da fare per
giungere al cospetto di un cielo che
con esasperante voluta incertezza
sarebbe composto soltanto da
pensieri di vapore acqueo e
poco o niente più
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