Scritto da © giuseppe pittà - Gio, 24/10/2013 - 17:49
non sei sicuro se è il
dolore che ti fa soffrire o la
febbre che ti affligge da
tanto tempo dopo la
sua partenza
mastichi
sangue bollente
frasi concluse prima del
tempo giusto
moribonde e perpetue
infilate quasi a caso nel
vortice del pensiero
ami dire della confusione
di ombre e presenze nei
dialoghi con l’altro cielo
come di un orizzonte
scavalcato nel
chiarore dell’alba
ma forse soltanto il
tramonto
in questo volare così in
basso
troppo pericolosamente in
basso
attaccato impavido alle
penne del falco
in picchiata a
coprire distanze infelici
con la velocità del
fulmine
decretando in un attimo il
passaggio della vita alla
morte
semini grani di
una saggezza non riconosciuta
odorosa di quel fumo acre che
accompagna i fuochi
notturni e crudeli
arrostendo serpenti cornuti e
scorpioni gialli
la gente impazzisce se
pensa troppo
una considerazione che ti
infila direttamente nella lista
delle spezie
le migliori da spargere sui cervelli
accudito in confluenza di
dati al centro del circolo ad inizio
raggio
le tue saette ti contengono e
provano a spostarti nel
nulla
come di un punto A di inizio e
altro punto A di fine
in questa consuetudine che è
ricominciare come in una
nuova respirazione
quasi troppo perfetta per i
nostri giorni d’ottobre che
spaziano di pronta definizione
sono in ritardo dici ogni volta
stupito
lo sei veramente sempre
perché da
sempre le partenze ti
scattano l’istate successivo
ma è sorprendente quello che
riesci a fare con la mobilità dei
pensieri
alla fine trovi la
consapevolezza del viaggio
tutto si dispone a
direzione
e pur nei fuochi della
guerra e sconfitta
concludi i passi a
tua disposizione
tornando a casa
dove torni di meraviglia a
nascere
dolore che ti fa soffrire o la
febbre che ti affligge da
tanto tempo dopo la
sua partenza
mastichi
sangue bollente
frasi concluse prima del
tempo giusto
moribonde e perpetue
infilate quasi a caso nel
vortice del pensiero
ami dire della confusione
di ombre e presenze nei
dialoghi con l’altro cielo
come di un orizzonte
scavalcato nel
chiarore dell’alba
ma forse soltanto il
tramonto
in questo volare così in
basso
troppo pericolosamente in
basso
attaccato impavido alle
penne del falco
in picchiata a
coprire distanze infelici
con la velocità del
fulmine
decretando in un attimo il
passaggio della vita alla
morte
semini grani di
una saggezza non riconosciuta
odorosa di quel fumo acre che
accompagna i fuochi
notturni e crudeli
arrostendo serpenti cornuti e
scorpioni gialli
la gente impazzisce se
pensa troppo
una considerazione che ti
infila direttamente nella lista
delle spezie
le migliori da spargere sui cervelli
accudito in confluenza di
dati al centro del circolo ad inizio
raggio
le tue saette ti contengono e
provano a spostarti nel
nulla
come di un punto A di inizio e
altro punto A di fine
in questa consuetudine che è
ricominciare come in una
nuova respirazione
quasi troppo perfetta per i
nostri giorni d’ottobre che
spaziano di pronta definizione
sono in ritardo dici ogni volta
stupito
lo sei veramente sempre
perché da
sempre le partenze ti
scattano l’istate successivo
ma è sorprendente quello che
riesci a fare con la mobilità dei
pensieri
alla fine trovi la
consapevolezza del viaggio
tutto si dispone a
direzione
e pur nei fuochi della
guerra e sconfitta
concludi i passi a
tua disposizione
tornando a casa
dove torni di meraviglia a
nascere
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