Scritto da © giuseppe pittà - Dom, 17/01/2016 - 18:51
come nastri d’argento
spingono le onde
ad attraversare questo mare
rischiarando le profonde discese
verso il nostro paradiso
dipinti di meraviglia e dei misteriosi
richiami di un volo profumato
d’infinito
mentre dalla foresta alla radura
accompagniamo le gocce
della pioggia
che amabile ci bagna
volti e speranze
inondami di te
senza pensare alle mappe
della navigazione
senza conflitti e considerazioni
sulla buona riuscita dell’impresa
ma in preda e prigionia
della meta delle carezze
inondami
come nei destini
delle maree
quando muove con il livello
il respiro migliore dell’acqua
pregando nel dormiveglia
il sogno di ritrovarti di magia
nell’abbraccio della mia coscienza
inondami del tuo sale
che ha sapore di follia
del sale che abbonda nella coppa
della tua e mia salvezza
quando affidi ad un solo
ma potente vento
tutta la natura di un gioco
a smarrirti nel fuoco del respiro
per ritrovarti di peso leggero
sul mio corpo di sognatore
a scandire le più rare
parole d’amore
e ancora avvolgiti di me
vestendomi di te
con questa corda
che ci lega quasi a farci male
impedendo ogni fuga
ogni diversa circostanza
una sola unica corda
che costruisce
lo scambio del sangue
dal tuo corpo al mio al tuo
senza neanche sfiorare
il limite ai desideri
per queste staccionate
che sono concepite
per il salto dei cavalli
correndo senza più respiro
al di là dell’orizzonte
dei deserti
dove scarti il fumo del tabacco
e muovi gli occhi sui colori
dei murales
interpretando
segni e condizioni
decidendo senza fretta
di non fermarti
per tornare così al centro
delle raffigurazioni e delle foglie
nei movimenti del vento
a raccogliere tutti i segnali
della rivelazione di una preghiera
ad immensità di profumi
immagini di meraviglie
e forse di insolite conoscenze
a muovere nella corrente
come siluri di luce
elettriche angolazioni
delle prospettive
giocando senza istanti
di pausa
al volo delle aquile
sui picchi di questi
nuovi ed antichi terremoti
dove
insieme senza dubbi e costrizioni
nel segno dei risvegli
andiamo a costruire
nelle mosse inconsuete di domani
altri nidi
per la pronuncia libera
dei nomi
la custodia sicura
dei segreti
e tutte le altre personali
sorprendenti
magnifiche
certezze
spingono le onde
ad attraversare questo mare
rischiarando le profonde discese
verso il nostro paradiso
dipinti di meraviglia e dei misteriosi
richiami di un volo profumato
d’infinito
mentre dalla foresta alla radura
accompagniamo le gocce
della pioggia
che amabile ci bagna
volti e speranze
inondami di te
senza pensare alle mappe
della navigazione
senza conflitti e considerazioni
sulla buona riuscita dell’impresa
ma in preda e prigionia
della meta delle carezze
inondami
come nei destini
delle maree
quando muove con il livello
il respiro migliore dell’acqua
pregando nel dormiveglia
il sogno di ritrovarti di magia
nell’abbraccio della mia coscienza
inondami del tuo sale
che ha sapore di follia
del sale che abbonda nella coppa
della tua e mia salvezza
quando affidi ad un solo
ma potente vento
tutta la natura di un gioco
a smarrirti nel fuoco del respiro
per ritrovarti di peso leggero
sul mio corpo di sognatore
a scandire le più rare
parole d’amore
e ancora avvolgiti di me
vestendomi di te
con questa corda
che ci lega quasi a farci male
impedendo ogni fuga
ogni diversa circostanza
una sola unica corda
che costruisce
lo scambio del sangue
dal tuo corpo al mio al tuo
senza neanche sfiorare
il limite ai desideri
per queste staccionate
che sono concepite
per il salto dei cavalli
correndo senza più respiro
al di là dell’orizzonte
dei deserti
dove scarti il fumo del tabacco
e muovi gli occhi sui colori
dei murales
interpretando
segni e condizioni
decidendo senza fretta
di non fermarti
per tornare così al centro
delle raffigurazioni e delle foglie
nei movimenti del vento
a raccogliere tutti i segnali
della rivelazione di una preghiera
ad immensità di profumi
immagini di meraviglie
e forse di insolite conoscenze
a muovere nella corrente
come siluri di luce
elettriche angolazioni
delle prospettive
giocando senza istanti
di pausa
al volo delle aquile
sui picchi di questi
nuovi ed antichi terremoti
dove
insieme senza dubbi e costrizioni
nel segno dei risvegli
andiamo a costruire
nelle mosse inconsuete di domani
altri nidi
per la pronuncia libera
dei nomi
la custodia sicura
dei segreti
e tutte le altre personali
sorprendenti
magnifiche
certezze
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