Scritto da © giuliano leandro loy - Sab, 26/01/2013 - 19:34
Il volto tuo reclino
lo sguardo
orientato in terra.
Rielabori pensieri
e tenti una rilevanza di te.
Tu proprio come me.
Io ... che mi soffermo
nella indeterminata
distrazione di me stesso.
Tu simile a me
che ricerchi ciò
che perdesti nel ricordo.
Noi, in una comune speranza
al nostro diveniente.
Noi così lontani
sconosciuti l'uno ... all'altro
mentre alfabetizziamo sogni.
Noi, che ci ancoriamo per l'esistente.
Siamo poveri mortali
che remano contro
i fluttui dell'irreale.
Noi che lottiamo contro
la vanagloria dogmatica
oggettivante.
Si, io proprio simile a te.
Due individui privi del loro tempo
che d'intermittente punto di luce
reclamano la propria esistenza
in una parabola discendente.
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