Scritto da © giuliano leandro loy - Ven, 25/01/2013 - 18:39
Io sono
un passo incerto
che ricerca le proprie orme sulla sabbia
cancellate dall’alta marea del ricordo/.
Un sentiero nascosto
nel mezzo di un campo d’erba incolta
in una improbabile fuga in ombra/.
Io sono
una parola sottaciuta
in una fine nostalgica … di un amore/.
Un ricordo improvviso
offertomi dal sorriso
beffardo della mia rimembranza/.
Una considerazione incisiva
di un convincimento interiore
Il mio sguardo distratto, smarrito
dentro un senso sciagurato
d’esistenzialismo/.
Io sono un cristallino opacizzato
che riflette di tenue luce
il colore dei tuoi occhi/.
Un profondo respiro
avviluppato in un sogno/.
Un uomo che annuisce
parole mai proferite
dalle sue labbra/.
Quando rispondo furtivo
a sguardi immaginati
e lettere mai scritte
il silenzio è un’attesa/.
Io sono
una implosione di allusione e
di incompiute lacrime/.
Mi sento così donna
quando mi richiedi
condivisione/.
Quando lo sguardo mio
si disperde nella vastità
delle tue iridi
soltanto allora che determino tutto
l’esubero della mia precarietà/.
Io sono
un cristallo corroso dall’acqua marina
che tenta di riflettere
i tuoi colori femminili
avvolti in geometrie caleidoscopiche/.
Così mi sento, donna.
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