Scritto da © giuliano leandro loy - Sab, 13/10/2012 - 20:39
Così mi sento.
Un sasso levigato e
lanciato nelle acque
e un cerchio che si forma.
Un disegno imperfetto
nella propria geometria.
Una sfera di onde
che si allarga e che si dissolve.
Un vortice di vento dentro
un nugolo di polvere
che mi occlude gli occhi.
Così mi sento.
Il profondo di un abisso
nel suo vuoto precipizio
un volo mio agonizzante.
Un cieco vagante
in un mondo spento.
Tu donna che spiravi
esalando l’ultimo tuo afflato
in una clinica baronale
priva di rianimazione.
Tu madre, che partorivi vita
un paese indegno per meritarla.
Il dolore straripa rabbia.
E’ furore nel ricordo.
Così mi sento.
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