Scritto da © giuliano leandro loy - Dom, 15/12/2013 - 20:12
Nel silenzio proietti lo sguardo
sin dove tu possa interpretarlo.
Socchiudi le stanche palpebre
guardando un letto vuoto, disfatto.
In soliloquio ti rammarichi,
mentre accarezzi con mano tremula
la tua bianca capigliatura.
Inseguisti i sogni, donde gioventù
schiude petali apparenti.
Ora che potresti con labbra mute
donare l’essenza dell’amore,
e danzare in ogni strada
nei colori dell’aurora,
ti releghi alla melanconia.
L’uomo con cui spartisti la tua vita,
fuggì con una donna di giovane età.
Un ramo mal cresciuto
non sopporterà giammai
il suo stesso peso.
Non sentirti tradita dalle rughe
che sfogliano il tuo volto.
L’amore, mai brucia
dell’albero il suo fusto,
ma tende i propri rami
seppure spogli, alla fotosintesi
di un alba di conquista.
Due vecchi ricurvi in se stessi
in un cammino lento
di rimembranza,
di pena, di continuità.
sin dove tu possa interpretarlo.
Socchiudi le stanche palpebre
guardando un letto vuoto, disfatto.
In soliloquio ti rammarichi,
mentre accarezzi con mano tremula
la tua bianca capigliatura.
Inseguisti i sogni, donde gioventù
schiude petali apparenti.
Ora che potresti con labbra mute
donare l’essenza dell’amore,
e danzare in ogni strada
nei colori dell’aurora,
ti releghi alla melanconia.
L’uomo con cui spartisti la tua vita,
fuggì con una donna di giovane età.
Un ramo mal cresciuto
non sopporterà giammai
il suo stesso peso.
Non sentirti tradita dalle rughe
che sfogliano il tuo volto.
L’amore, mai brucia
dell’albero il suo fusto,
ma tende i propri rami
seppure spogli, alla fotosintesi
di un alba di conquista.
Due vecchi ricurvi in se stessi
in un cammino lento
di rimembranza,
di pena, di continuità.
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