Scritto da © giuliano leandro loy - Sab, 18/05/2013 - 16:36
Ho spesso
ingiuriato il mio nome
fin troppo disperso
per l’anonimato di questa città/
Ho riflettuto molto
di un ciarlare poetico
che non lenisce dolore/
Ho scritto
di frettolosi passanti,
che rincorrevano
a testa bassa
i loro sporchi sogni/
Occhio attonito il loro
reclino in terra/
Iridi contratte e mansuete
da schiocchi cortigiani
asserviti/
Dentro di me
un nauseante e
continuo mutare/
Ogni limite mentale
mi rende colmo
di furore/
L’altrui incapacità
mi soggioga nel mare
del comprensivo/
Che sia io … maledetto.
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