Scritto da © Giovi55 - Sab, 18/06/2016 - 18:57
Ero stanca e volevo solo dormire con la mia bambola. Ricordi? Tu me l'avevi regalata! Mi avevi detto, prendendomi in braccio come fanno tutti i papà, che volevi donare una figlioletta alla tua bambina. Io ero felice e stringevo forte al petto la mia piccola creatura, che aveva gli occhi grandi come i miei. Quegli occhi enormi che spiccano sui volti paffuti dei bambini.I piccoli hanno gli occhi così immensi...! Si spalancano meravigliati sul mondo come fiammelle accese nel desiderio di immagazzinare mille e più emozioni. Col passare degli anni, gli occhi si rimpiccioliscono e si allarga il cuore, sede di ricordi e sentimenti. Il mio cuore è già enorme e gonfio, ma non per amore. I miei occhi sono gonfi di pianto e allargati, ma non di gioia e conoscenza. Sono a letto nella mia stanzetta e non riesco a dormire. Tu, mamma, non sei qui. Sei innamorata del tuo compagno e della tua camera dipinta di rosa. E' tutto troppo rosa dentro e fuori di te e tu non riesci a vedere le oscure ombre che stanno oltraggiando il tuo mondo fatto di tinte tenui e teneri colori. Io ho iniziato a piangere. Non verso lacrime capricciose; semplici e innocenti lacrime di bambini. Piango di paura e perplessità. Sono troppo piccola per capire un'infinità di cose. Dov'eri mamma, mentre il lupo cattivo era intento a cogliere un frutto troppo acerbo. Il sole era occupato a riscaldare la mela sul ramo che emozioni e calore avrebbero maturato. Col tempo sarebbe divenuta una frutta gustosa, e avrebbe perso quel sapore, agre e pungente, che solo le cose raccolte troppo in fretta hanno. Mamma tu non sai che, mentre sei fuori per lavoro, lui mi tocca e mi dice di stare buona e tranquilla, di non parlarne con te. Io voglio parlarti. Devo raccontarti che la mia amichetta di banco mi ha rubato il disegno che avevo fatto per la maestra. Devo farmi spiegare un'infinità di cose da te. Lo fanno sempre le bambine con le loro mamme. Perché non posso dirti che quando sei fuori, lui mi tocca e poi si fa accarezzare il sedere e in mezzo alle gambe. Perché non posso parlarti di quando lo sento arrivare e il cuore mi batte forte e la mia piccola bambola, mi scivola dalle mani. Lo sai mamma che, appena tu esci, lui è già lì? Viene da me, ma non mi rimbocca le coperte e non mi porge la bambola per farmi dormire tranquilla. Non mi bacia sulla fronte come solitamente fanno i papà. Voglio dirti, mamma, che quando mi ritraggo, lui mi sorride promettendomi in regalo una bambola più bella. Improvvisamente si apre la porta d'ingresso. Sta accadendo ora. Mi hai ascoltato mamma. Mi divincolo dalla sua morsa e a piedi nudi percorro il corridoio per venirti incontro. "Mamma!" è l' unica parola che riesco a pronunciare, e intanto tremo. Forse ho freddo, oppure ho paura. Non lo so. Capisco solo che ti ringrazio per essere lì con me e in quel momento. Il tuo volto, interdetto e stanco, coniuga mille espressioni e intanto un uomo, il tuo uomo, appare come un orco uscito da un incubo. Improvvisamente, tutto il rosa di cui andavi fiera si tinge di tinte scure. Osservi stupita, colui che amavi definire il tuo leale compagno. Dinanzi a te, un essere spregevole e disgustoso si espande miseramente, fino ad esplodere in un mare di infinito e miserabile sudiciume.
Sono trascorsi diversi anni da allora, ma ancora rammento la faccia del mostro, quando con i suoi bagagli, si allontanava da noi, portando con sé le nostre speranze calpestate e i tuoi sogni, andati miseramente in frantumi. Un pesante macigno. Ricordo di un passato da cancellare. Basterà seppellire stupore, paura e tanto infinito disgusto? Non lo sappiamo. Intanto seguitiamo a camminare...
Sono trascorsi diversi anni da allora, ma ancora rammento la faccia del mostro, quando con i suoi bagagli, si allontanava da noi, portando con sé le nostre speranze calpestate e i tuoi sogni, andati miseramente in frantumi. Un pesante macigno. Ricordo di un passato da cancellare. Basterà seppellire stupore, paura e tanto infinito disgusto? Non lo sappiamo. Intanto seguitiamo a camminare...
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