Lettera a mio figlio | Lingua italiana | Giovi55 | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Lettera a mio figlio

Tu germoglio ed io serra madre. Ti espandi nel tuo provvisorio nido e manine, piedini e genitali, cominciano ad assumere forme dai contorni ben definiti. Ti nutri di me. Pensi, cammini, ridi con me e piangi le mie lacrime. Ammiriamo con emozione albe e tramonti e ci piace l'odore del pane appena sfornato. Adoriamo tutto ciò che è caldo. A volte ci avvolgiamo infreddoliti in enormi coperte metaforiche, dando vita ad immense e soleggiate distese di verde. Voliamo su campi fioriti e enormi girasoli volgendo lo sguardo verso di noi ci sorridono compiaciuti. Corriamo gioiosi fra caprioli, gazzelle, fino a cadere stremati su biondi giacigli di paglia che ci avvolgono in morbidi abbracci. Divoriamo tanti dolci che ci fanno prendere peso, ma a noi non importa perchè dopo un'abbuffata siamo più contenti. Durante questo meraviglioso viaggio condividiamo sentimenti, paure, ansie, emozioni. Siamo una bella coppia noi due. Questo stato di grazia di cui la natura mi ha fatto dono, ha amplificato le mie percezioni. Nulla è come prima. Sorrido, piango e sento sapori e odori mai avvertiti in precedenza. Questi sensi risvegliati dal torpore, si palesano sprigionando sensazioni sopite e mi sento sproporzionatamente sensibile, attenta e primitivamente coinvolta in un turbine di struggenti emozioni. La maternità ci rende persone migliori perché ci completa. Alcune donne poco coraggiose abbandonano i propri figli. Non puoi staccarti un arto e buttarlo nel pattume. Non è naturale. Noi due ci siamo e rimarremo uniti sempre. La gente ci sorride, ci fa sentire importanti. Siamo coccolati e quando ci guardano con tenerezza, noi siamo felici e ci sentiamo unici e invincibili. Oggi ti hanno fotografato e mi hanno detto che sei un maschietto. Che strana sensazione avere dentro di sè un corpicino col sesso diverso dal tuo. Le donne per natura sono abili a ricevere e contenere. Il pene ti penetra e tu gentilmente accogli i suoi semi che lasci germogliare dentro di te, avendo cura di custodire al meglio ciò che ti è stato donato. Che meraviglia la natura. Tu, da semplice virgulto quale eri, ora sei divenuto frutto e vita. Il tempo passa e ti espandi a dismisura. Non posso più contenerti. Sono pronta per accoglierti. Il latte è caldo. Ti aspetto. Ho paura e penso che anche tu ne abbia. Ora che dobbiamo separarci mi sento vulnerabile e provo un'infinità di emozioni contrastanti. Sento tanto dolore. Una mano mi penetra e fruga nel mio ventre. Rabbia, paura e poi un vagito, un pianto, tante risate, sorrisi, felicità e lacrime. Non sei più in me, ma fuori di me, sopra di me. Sei caldo, impaurito e incredibilmente piccolo. La luce abbagliante a cui non eri abituato, ti sta accecando e non sai nemmeno dove ti trovi, né perché. Piangi. Hai freddo e fame. Fra un po' ti nutrirai ancora di me. Sapientemente dovrai attaccarti al seno e surgere per saziarti. E' una sensazione nuova, ma appagante. Sei un piccolo guerriero che appena nato riesce a guadagnarsi il cibo con le proprie forze. Ciao combattente. Sei giunto al termine del viaggio più importante della tua vita. Impararerai a camminare, a parlare, a scrivere, leggere. Io ti accompagnerò durante il tuo cammino e ti sarò vicino. Asciugherò le tue lacrime e ascolterò le tue paure. Sarò tua compagna e consigliera . Se saprai e vorrai ascoltarmi ti insegnerò ciò che ho imparato. Alcune scelte dovrai farle da solo e dai tuoi errori imparerai. Ti farò da guida e ti insegnerò a guardare, ragionare, scegliere. Poi ti lascerò solo e tu rammenterai tutto ciò che hai appuntato nella tua memoria, attingendo nozioni dal diario della vita che insieme abbiamo scritto. Percorrerai viali alberati, strade buie, sentieri illuminati. Vincerai medaglie e assaporerai sconfitte. Cammina sempre con fiducia. Volgi lo sguardo verso l'alba, ma non abbatterti mai al tramontare del sole. Non vergognarti del tuo pianto, ma abbi compassione per chi vuole pietrificarti il cuore. Costruisci dighe per arginare straripamenti, attraversa fiumi e impara a remare. Leccati le ferite senza compiacertene troppo e cammina. Vai avanti e non fermarti mai. Assapora la vita che ti ho donato e fallo con amore, fiducia e coraggio. Cadi e rialzati. Fermati per riposare e poi continua a viaggiare. Quando sarai stanco di camminare, dispiega le ali e vola.

Giovanna Balsamo

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