Scritto da © Giovanni Perri - Mar, 02/02/2016 - 09:46
Potrei iniziare dalla storia se la storia avesse inizi
e un inizio coincidesse per davvero in un punto,
ma appena un passo di argomenti mi dilata gli attimi
in un'alzata di ricordi interminabili e tutto è granulare intorno a me,
la matita mi scivola e lo specchio si espande,
persino il lampadario illumina risposte a strapiombo;
cosi mi siedo e sto tra una pace e una guerra
con reggimenti morti a destra e a sinistra
bandiere a garrirne furori e glorie:
qui è tutto un ripetersi di gesti innati,
una mania a vincere il tempo in confini d'acqua e vetro,
altezze che non stanno in una mano.
Potrei imparare meglio uscendo per le strade,
tracciando geografie di condomìni rosi
sfogliando gente altrettanto morta che scalpita mancanze al metro quadro,
sostando un secondo di più nel vuoto addizionale d'un transetto gotico
dove un ammasso di confini regge abissi per scale di volte
imprendibili persino a Dio.
Ma un controvoglia di lancette mi asseconda,
mi tiene in un bicchiere cause e effetti
alla noia ed io non sto in nessun punto,
non in un fuoco del mondo
e la mia storia la riscrivo centinaia di volte appena
e un inizio coincidesse per davvero in un punto,
ma appena un passo di argomenti mi dilata gli attimi
in un'alzata di ricordi interminabili e tutto è granulare intorno a me,
la matita mi scivola e lo specchio si espande,
persino il lampadario illumina risposte a strapiombo;
cosi mi siedo e sto tra una pace e una guerra
con reggimenti morti a destra e a sinistra
bandiere a garrirne furori e glorie:
qui è tutto un ripetersi di gesti innati,
una mania a vincere il tempo in confini d'acqua e vetro,
altezze che non stanno in una mano.
Potrei imparare meglio uscendo per le strade,
tracciando geografie di condomìni rosi
sfogliando gente altrettanto morta che scalpita mancanze al metro quadro,
sostando un secondo di più nel vuoto addizionale d'un transetto gotico
dove un ammasso di confini regge abissi per scale di volte
imprendibili persino a Dio.
Ma un controvoglia di lancette mi asseconda,
mi tiene in un bicchiere cause e effetti
alla noia ed io non sto in nessun punto,
non in un fuoco del mondo
e la mia storia la riscrivo centinaia di volte appena
il cavo dell'occhio è dilatato, dunque, per contenere acqua stagna
tutta la stanza mi domanda spazio
nessuna impalcatura
intrappola le lettere alle labbra
un verso fa miracoli tra i denti
persino abbraccia le distanze
i piedi avvertono la terra
la sedia dove siedo è a un passo da qui
fuori comincia il mondo
non capita opportunamente questo tempo
in quest'ora precisa di niente
dove niente si muove
di niente si vive e si respira
e addirittura niente muore.
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- Blog di Giovanni Perri
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