Scritto da © Giovanni Perri - Sab, 11/06/2016 - 06:41
quello seduto in basso sono io
portavo una caviglia dentro l'altra
e già sapevo le forme dei silenzi
e gli odori che fanno i prati quando piove;
portavo una caviglia dentro l'altra
e già sapevo le forme dei silenzi
e gli odori che fanno i prati quando piove;
quando il maestro mi parlava io gli guardavo le labbra
poi salivo sulla fronte, andavo sulle linee ondulate del pensiero:
dicono che il tempo sia tutto inciso lì
e nei passaggi puoi sentire le voci.
Il primo da sinistra, quello alto, non so
che fine abbia fatto
la sua rabbia il suo carisma
il suo pianto nascosto
diventammo amici perché gli diedi Savoldi
che valeva almeno cinquanta figurine
e quel giorno disse che il vetro
lo aveva rotto lui, poi
partì per l'Argentina
e non lo vidi più:
aveva una sorella cieca
un ragno cucito nell'orecchio
un cuore d'oro; tirava le punizioni da dio.
Ora mi tocco la fronte e sento tutto
aspetto che sia notte per sentire gli uccelli
che si fanno un nido
guardo mia figlia che salta la corda e cerco la parola.
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