Scritto da © Giovanni Perri - Sab, 06/04/2019 - 15:13
prima ti parlo con l’orto di mio padre, che anch’io per poco ho faticato:
le cose che non vedi, i miei raccolti, sono messi così, per te, nella tua mano:
come da un rudere ti sogno e ti scrivo mio odore di infanzia e di ginepro
ma a scriverti è la nuvola che gira
su un piano di antiche finestre
per questo la parola arriva alla malinconia
come da un treno sentito, non visto
tutta piovosa
e con molta destrezza di uccelli si posa e va
filando campi nudi e canuti:
questo è un rivo che canta il disastro,
questo è l’incendio dell’albero
e dietro sono gli occhi di un gatto e di un lupo
che fanno l’amore.
le cose che non vedi, i miei raccolti, sono messi così, per te, nella tua mano:
come da un rudere ti sogno e ti scrivo mio odore di infanzia e di ginepro
ma a scriverti è la nuvola che gira
su un piano di antiche finestre
per questo la parola arriva alla malinconia
come da un treno sentito, non visto
tutta piovosa
e con molta destrezza di uccelli si posa e va
filando campi nudi e canuti:
questo è un rivo che canta il disastro,
questo è l’incendio dell’albero
e dietro sono gli occhi di un gatto e di un lupo
che fanno l’amore.
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