Il giorno in cui arrivarono i cosacchi a Piazza Salotto | [catpath] | giuseppe diodati | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Il giorno in cui arrivarono i cosacchi a Piazza Salotto

S'era andati a prendere un caffè a Piazza Salotto, forse perchè non s'aveva nulla da fare o forse per finzione scenica, lascio a voi l'arcano dubbio, ma svelo in parte alcuni segreti.
Fabio prese caffè ristretto con un cucchiaino di zucchero, Dani uno macchiato con zucchero di canna, io a vetro che non è un vetrino, ma normale caffè non in tazza.
Si discuteva di calcio con Fabio romanista e di destra, i difetti non vanno mai da soli e Dani scocciata dalla politica e dal calcio, agnostica in tutto.
Sentimmo il rumore e uscimmo in piazza.
Arrivavano in truppa ed a cavallo, con il colbacco e la stella rossa.
Fucile in spalla e cappotti lunghi, come nei film.
Uno portava la bandiera rossa, la mise sul monumento di quel giapponese, costato tanto, pure la poltrona di sindaco a chi l'aveva avuta in regalo.
Qualcuno persino applaudiva, Nicola, vetero comunista con i capelli bianchi.
Altri ridevano divertiti.
Guardammo da ogni parte dove fossero le telecamere, ma nulla.
Daniela voleva farsi una fotografia, ma un sergente dai lunghi baffi la scansò via.

Il comandate della truppa salì sul muretto di una palma e lesse un proclama in un italiano storpio.
- Popoloski di Pescaroski noi, popolo della gloriosa e sempriterna aramata rossa preniamo possessu di questa piazza che da salotto ora scappella Piazza Rossa.-
- Bene bravo.- Urlò il Nicola vetero comunista. - era ora.-
La gente avvezza ormai ai reality ed a Porta a Porta, non si scompose più di tanto, solo una vecchia, solo una, fece al comandante una domanda.
- ma ora che si chiama Piazza Rossa, che siamo diventati tutti comunisti?-
- eccerto.- rispose il comandante.
La vecchia allora preoccupata chiese tutta trafelata. - ma Berlusconi?-
Uno avea già imbracciato il fucile e la puntava, ma il buon comandante lo fermò.
Slacciò il bavero del cappotto, sollevò il cappello per mostrare i suoi capelli radi e trapiantati e sfoggiando quel bel sorriso che ben si conosce le rispose. - Mi consenta, nulla avviene che czar non voglia.-

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