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Sally nella soffitta del Rattodispettoso

Sally nella soffitta del Rattodispettoso
 
Sally venne accompagnata da sua madre in cameretta.
Ormai era giunto per lei, il tempo di mettersi a dormire.
Sua madre la bacio sulla fronte e le rimboccò le coperte. Era quasi inverno e doveva stare ben coperta.
“ Mamma metteresti Goterosse ai miei piedi, così poi domani mattina là ritrovo li”
“ Va bene “, disse la mamma, “ Dammela, ma poi cerca di dormire, domani hai scuola “.
 
Sally gli passò la bambola. Gli aveva dato il nome di Goterosse, perché quand'era più piccola con un pennarello le colorò tutte le gote, e anche se sua madre cercò di lavargli via quel colore bagnandola e strofinandola, il rosso in parte gli rimase.
Appena la mamma uscì dalla cameretta Sally si addormentò. La notte era buia e la piccola lampada che aveva in cameretta, aveva una luce tanto fioca che permetteva di vedere ben poco.
 
Ad un tratto Sally si svegliò, sentii dei rumori, poi guardò verso i piedi del letto e si accorse che Goterosse era sparita. “OH no, chi me la presa”, esclamò la bambina. Scese dal letto e si mise in cerca di Goterosse, ma non riuscì a trovarla.
 
Poi senti una minuscola voce, provenire da un angolo della stanza:“ Io lo so chi te la presa ! “. Disse un piccolo Ometto. Sally rimase pietrificata.. “Chi sei? Che ci fai in camera mia ?”, Chiese molto impaurita la bambina.
“ Oh Non aver paura, dopo tutto dormo qui ogni sera!”. Disse l'Ometto.
“ Proprio qui dentro, nel tuo armadio”.
La paura di Sally svanì, quell'uomo non aveva un aspetto cattivo e la sua altezza era più da bambino che da uomo.
“Allora sei tu che fai tutti quei rumori e scricchiolii di notte?”. Chiese Sally.
“Suppongo di sì, però non pensavo di fare tutto questo rumore, scusami”. Esclamò. “E' stato il Rattodispettoso a prenderti Goterosse, l'ho visto io, con questi occhi”.
 
“IL Rattodispettoso!?”.Esclamò Sally. “ E dove l'ha portata ?”.
“ Suppongo che l'abbia portata in soffitta, lui porta tutto li, quello è il suo regno.”
“ E tu Ometto dell'armadio potresti portarmi fino al suo regno?”
“ Certo, che potrei, però tu ora dovresti dormire, come ha detto tua madre”
“ Ci vorrà un attimo, ti prego”, esclamò la bimba quasi in lacrime.
“ D'accordo”. Disse l'Ometto dell'armadio.
Uscì dal suo angolo e con la mano gli fece segno di seguirlo
La bimba seguì l'Ometto, che la portò sulle rampe di scale che portava in soffitta, dieci, venti, trenta gradini e ancora non erano in soffitta.
“ Ma quante scale ci sono, io me ne ricordavo solo una piccola piccola”, Esclamo Sally.
“ Oh si di giorno ce ne una sola, piccola piccola, ma di notte la scala si trasforma e diventa lunghissima”.
“ Ce ne sono ancora molti?” Chiese Sally.
“ No non molti, forse una settantina”.
 
Alla fine con molta fatica e molto tempo, i due giunsero in soffitta di casa, arrivarono alla porta di legno e l'aprirono piano piano. Il luogo appariva tenebroso e sinistro, ma l'Ometto dell'armadio, prese per mano Sally e la fece camminare affianco a lui. Camminarono in un oscuro e lungo corridoio, poi l'Ometto dell'armadio, gli disse: “Ecco siamo arrivati, nella stanza in cui entreremo abita il Rattodispettoso”
Sally si fece coraggio, lasciò la mano dell'Ometto dell'armadio, e iniziò a camminare verso il centro della stanza. Vide un grosso ratto, vestito a festa, con un corpetto blu e i risvolti rossi, che se ne stava sdraiato su un cuscino rubato dal divano.
“Sei tu il Rattodispettoso che mia ha rubato Goterosse?”, chiese la bambina.
IL ratto si girò di scatto, “ IO? Ooh boh forse. Non pensavo fosse tua, non cera sopra un nome”.
“E invece e mia”, urlò Sally arrabbiata.
“Che bisogno c'è di arrabbiarsi”. Replicò il Ratto dispettoso. “Se è tua prenditela pure, è là su quella cassetta laggiù”.
Sally spostò lo sguardo verso il punto che gli indicò il Rattodispettoso, e vide la sua Goterosse.
“ OH eccola li, là ringrazio signor Rattodispettoso, non sa che gioia è per me poterla riavere”
Sally era molto felice e grata all'Ometto dell'armadio di averla condotta fin lassù. Poi si avvicinò alla bambola e mentre stava per afferrarla, il Rattodispettoso fece un salto e con i denti afferrò Goterosse, e fuggì a grandi balzi in una stanza adiacente attraverso un buco nel muro, sghigniazzando a gran voce.
Sally rimase di sasso, e non ebbe il tempo di dire una sola parola che il Rattodispettoso era già scomparso attraverso quella piccola apertura nel muro...Forse, Sally aveva perso per sempre la sua bambola Goterosse.
I suoi occhi gli si stavano riempiendo di lacrime, quando l'Ometto dell'armadio la rincuorò dicendogli:” Non aver paura, lui è così. Andiamo nell'altra stanza, la porta è qui. Vedrai poi te la ridarà”.
Sally non disse neppure una parola, l'Ometto dell'armadio gli prese di nuovo la mano e mestamente Sally lo seguì.
Arrivarono alla seconda porta e appena l'attraversarono Sally rimase a bocca aperta.
La stanza era bellissima, piena di festoni luccicanti, luci colorate e pareti che parevano stagnola riflettente.
“ Ooh che delizia di stanza”, esclamò la bambina. “Ma chi ha fatto tutto questo? “, chiese la piccola.
“ E poi è grandissima questa stanza”.
“ OH un po' tutti abbiamo partecipato, io, il Rattodispettoso, la micetta dal fiocco rosa...un po' tutti insomma”
“ Non credevo che in soffitta ci fosse tanto spazio”.
Purtroppo però del Rattodispettoso non cera nessuna traccia. L'ometto dell'armadio disse che non doveva proprio preoccuparsi. “ Se non è in questa sarà nella prossima”.
Strattonò ancora la bambina, scuotendola ad andare avanti. Entrarono in una terza stanza e con grande sorpresa di Sally la stanza era ancora più bella della precedente.
Alle pareti cresceva ogni sorta di pianta rampicante, mentre dal soffitto scendevano una varietà incredibile di frutti. E in mezzo ai suoi rami saltellavano una miriade di piccoli animaletti, tra metà scoiattoli e metà conigli.
Sally non credeva ai suoi occhi. Sembrava di essere caduti nel bel mezzo di una foresta incantata.
“ Come può esserci una foresta qui in soffitta”, chiese esterrefatta la bambina.
“ Con un po' d'impegno si po' fare di tutto”, rispose l'Ometto dell'armadio.
“ Ma papà e mamma sanno di tutto questo ?”. Chiese la bimba.
“ No! E devi tenere il segreto”, replicò l'Ometto dell'armadio.
 
“ Come farò a trovare Goterosse in mezzo a tutta questa foresta?”.
“ Non aver paura lei non è in questa stanza. Seguitiamo ad andare avanti “.
I due camminarono ancora per entrare in una quarta stanza. Era completamente buia, tanto che Sally
si spaventò un po' e strinse con più forza la mano dell'Ometto dell'armadio.
 
Poi ad un certo punto si accese un grosso faro ad occhio di bue, e con un balzo ci saltò dentro un grosso scimpanzé che iniziò a cantare a squarciagola una canzone anni 50
“OH Dio chi è quello?”. Esclamò la bimba.
Prima che l'Ometto dell'armadio potesse rispondere, una serie di altre luci a farò, illuminarono una piccola orchestra che inizio ad accompagnare lo strano scimmione bianco.
“ Quello è Osvaldo, lo scimpanzé albino. E' convinto di essere un grande cantante e noi lo lasciamo fare, dopotutto se lui è felice”.
Osvaldo, lo scimpanzé albino, corse verso la piccola Sally, le prese la mano e iniziò a farla ballare in tondo, anche se la bimba opponeva una certa resistenza.
“ Non aver paura, mia piccola fanciulla”, disse Osvaldo, “ Io sono qui per allietare gli ospiti e cantare con loro, ti prego mon-petit, balla con me “.
Ma Sally si staccò dalla sua mano. “ Non sono qui per ballare con te. Io sto cercando Goterosse, la mia amata bambola”.
“OH si si, lo so”, replico Osvaldo con voce da guascone. “ Vai pure sta di là ad aspettarti, non vorresti ballare solo un po' con me prima ? Io sono una STAR..“
 
La piccola si liberò dalla mano di Osvaldo e riafferrò la mano dell'Ometto dell'armadio. “Andiamo portami da Goterosse adesso, non ho più voglia di girare”.
 
L'Ometto dell'armadio strinse la mano della bambina e si diresse verso un altra porta. Attraversata la quale c'era un altra stanza.
Questa volta la stanza appariva come un enorme salone illuminato da più di mille candele, tra quelle che c'erano sui candelabri a soffitto e quelli a pareti, e di sottofondo si poteva sentire una dolce musica di Walzer. Improvvisamente entrarono dalla parte opposta della stanza una serie di coppie danzanti, vestite come nei balli di qualche secolo addietro. Sia i ballerini che le ballerine erano elegantissimi e bellissimi.
Sally rimase stupefatta da tanta bellezza e grazia e il malumore gli passo in un momento.
“ Sono bellissimi, non è vero Ometto dell'armadio ?”
“ Si sono davvero molto belli da vedersi, fanno passare ogni tristezza”. Replicò l'Ometto.
Mentre Sally era ipnotizzata da tutte quelle persone che danzavano, l'Ometto dell'armadio gli indicò una ballerina bionda dal viso di porcellana con una pelle sfumata di rosa.
“ Guarda è quella “
“ Quella chi ? “ Replico Sally.
“ Goterosse è quella! Quella con l'abito color Lilla”
Sally non capì, non poteva capire. Quella che l'Ometto dell'armadio indicava non era una bambola ma una giovane donna.
“ Quella non è Goterosse, lei non è viva. Lei è una bambola”
“ Lo pensi davvero”, replicò l'Ometto dell'armadio.” Aspetta e vedrai”.
Sally allora guardò i volteggi della ballerina che gli aveva indicato l'Ometto dell'armadio, e notò come quella giovane donna avesse qualcosa di familiare, e poi quelle gote rosee e ampie.
Ma certo! Non poteva che essere lei, quella ballerina altre non era che Goterosse.
Sally si avvicinò pian piano al centro della pista dove Goterosse ballava. La guardò di nuovo e si rese conto che era proprio lei. Le sue gote, i suoi occhi, i suoi capelli erano quelli della sua amata bambola. Ad un tratto la musica si fermò, i ballerini cessarono di ballare e da loro si stacco Goterosse che una volta vista Sally, si diresse decisa verso di lei.
“ Oh Sally che gioia è averti qui ! Non sai quante notti ti ho aspettata”.
Sally era esterrefatta dalla visione della sua bambola diventata umana.
“ Goterosse ma tu non sei una Bambina, e invece ora sei umana. Com'è possibile questo?”
Chiese la bimba stupefatta.
“ Questo è il regno dei sogni Sally, tutto in questo regno si può avverare. Di giorno sono una semplice bambola di stoffa e porcellana ma di notte divento una bimba proprio come te. Ognuno di loro in questa soffitta di giorno è un altra cosa, e ognuno di loro quando sale su questa soffitta diviene qualcun'altro.”
Sally sorrise, prese la mano calda e delicata di Goterosse e bacio la guancia della sua bambola bambina.
“ Quindi anch'io posso diventare qualcun'altra qusta sera” Chiese Sally.
“ Perché che vorresti diventare ?” Rispose Goterosse.
“ Stasera vorrei essere una ballerina brava come te, e domani magari vorrei cantare bene come Osvaldo lo scimmione albino...”
Ma Goterosse non la fece neanche finire di parlare e gli porse la mano. La musica riprese e Sally si ritrovò con uno stupendo abito da ballo e insieme a Goterosse e all'Ometto dell'armadio, inizio a ballare vorticosamente e felicemente per tutta la notte.
 
La mattina seguente la mamma di Sally entrò nella stanza della bimba, ma non la trovò. Il letto era disfatto e vuoto e della piccola non c'era nessuna traccia.
Immediatamente chiamo suo marito Amedeo
“ Amedeo corri ti prego, vieni Sally è scomparsa!”
Il papà di Sally corse in camera sua e cercò di tranquillizzare la moglie.
“ Non preoccuparti dev'essere per forza in casa, la porta è serrata da ieri notte. Andiamo a vedere sopra, in soffitta”.
“ Ma sally ha sempre avuto paura di andare in soffitta da sola". Rispose la madre di Sally.
I due percorsero i pochi metri del corridoio che separava la camera della bimba dalla piccola rampa di scale che portava in soffitta, ma sul pianerottolo non trovarono la piccola figlia.
Allora entrarono nella minuscola stanza che fungeva da soffitta e trovarono Sally che dormiva sul pavimento. “ Eccola”, esclamò con voce tenera e sollevata sua madre.
“ Forse si è alzata senza accorgersene ed è venuta fin quassù nel sonno”, disse il padre.
La mamma scosse dolcemente Sally, e con voce dolce la chiamò. “ Sally, Sally amore della mamma svegliati”. Le disse, scuotendola ancora dolcemente.
La bimba si svegliò. Non era spaventata, era tranquilla e dal volto felice.
“ Sally, Sally...Ti sei accorta di essere in soffitta?” Chiese la madre.
“ Certo lo so” Rispose la bimba.
“ E chi ti ha portato qui?”, replicò la mamma.
“ L'Ometto dell'armadio, perché il Rattodispettoso ha rubato Goterosse”.
La mamma e il papà di Sally si guardarono, e Amedeo disse sottovoce alla moglie: “Deve aver sognato”.
Prese in braccio Sally, stavano per riportarla di sotto, quando la bambina gli disse:“Goterosse, dov'è Goterosse?”
“Eccola è qui ai tuoi piedi”. Rispose la madre.
“Aspettate devo presentarvi Osvaldo e le ballerine e l'Ometto dell'armadio...”
I due genitori si guardarono di nuovo in faccia, poi il padre disse a Sally che era stato solo un sogno.
“ Davvero papà? E' stato solo un sogno?”
“ Certo piccoletta è stato solo un sogno”.
La bimba era disorientata e triste. Se era stato un sogno, era stato un bellissimo sogno ed era triste che fosse finito.
Mentre i tre discendevano le scale della soffitta un piccolo topino fece spuntare il suo muso da un foro del muro. Sally lo vide e lo riconobbe. Pensò che non era stato solo un sogno e che quello era il Rattodispettoso. Arrivarono nella cameretta e i due genitori decisero che quel giorno Sally sarebbe rimasta a casa da scuola, la rimisero a letto. Sally riprese sonno e i due là lasciarono riposare.
Un paio di ore dopo la bimba si svegliò, mise le sue ciabattine e apri le ante della finestra. Stava per recarsi di sotto in cucina, quando con la coda dell'occhio vide seduto sulla panchina un piccolo uomo un po' malandato. Spalancò le finestre e lo guardò meglio...Ma certo era lui era l'Ometto dell'armadio che di giorno ovviamente se ne stava seduto sulla panchina. La bimba lo chiamò
“ Hei...Hei ...Ometto...”
Il piccolo uomo guardò verso la bimba, allargò il viso e gli sorrise, facendogli un saluto con la mano. “Devo dirlo subito a mamma”, pensò la bambina, poi però si ricordò le parole dell'Ometto dell'armadio e capì che non doveva parlarne con nessuno. Abbracciò Goterosse ed esclamò:” Non aver paura non tradirò il Regno della soffitta”. E in quell'istante la bambola abbozzò un sorriso.
 
 
 
 
 
 

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