Scritto da © Gigigi - Ven, 07/09/2012 - 16:57
Venne cavalcando come un Cherubino
spirito forte e poderoso,
divenne tenera brezza sul mio viso, carezza che fece irritire la mia pelle,
si fece leggero venticello di quello che scuote e fa sventolare.
Si arrabbiò e divenne temporale estivo,
si adirò e divenne turbine, si accese d'ira e si fece burrasca,
alzò le masse della terra con la potenza del fiume in piena.
Vestì il terrore della tempesta, scosse la terra dai suoi fondamenti,
pizzicò la sua pelle e fece le altezze.
Divenne vasaio e il mondo la sua argilla : modellò , scolpì ,
sprofondò, compresse.
Non gli bastò divenne creatore,
ritagliò lo spazio, lo distese come fa la massaia,
lo ancorò ai cieli e fece punti di sutura,
il fuoco delle stelle non lo bruciarono,
il gelido nulla non lo seppe ighiottire,
la distesa lo fece sorridere,
non ebbe paura del sapere,
Si mostrò abile artigiano,
ritagliò i venti,
dosò la materia.
Ripercorse la sua strada a ritroso,
asciugò le goccie dal viso dei bambini,
la sua mano sorresse i vecchi come tenero angelo bianco,
come piuma di gabbiano in volo
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