Ghiaccio | erotismo V.M. 18 | Il Folletto | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Ghiaccio

Era stata una giornata torrida e afosa. Tornati a casa ci spogliamo, pronti per una doccia. Sdraiati, ti dico. Prendo un asciugamano e lo immergo in un catino di acqua gelida, qualche cubetto di ghiaccio a renderla ancora più fredda. Lavo via il sudore dal tuo corpo, partendo dalle dita dei piedi. Fa caldo, ma nonostante l'aria afosa, i bordi ruvidi dell'asciugamano ti fanno venire la pelle d'oca. Ti sfugge un mormio indistinto, mi fermo. Mi chino su di te, avvicini il viso al mio, ti stringo, lecchi le labbra a occhi chiusi. La mia lingua scivola dentro, una gamba che abbraccio fra le tue. Accarezzo la schiena con forza, la mano la percorre a lungo, poi si sposta sul viso, esplorandone ogni millimetro con i polpastrelli impazienti sensori. Poso la bocca sulla tua coscia, la accompagnano le mani esploratrici su per le gambe, giù dalla tua pancia. Le dita scoprono quanto è morbida la pelle nascosta fra le cosce e l'inguine. Premo come un frutto i capezzoli, la loro polpa, senza sbucciarli. Eccitata la tua pelle trasuda un dolce aroma, polpa tenera come quella di una caramella ripiena, che aspetta solo di aprirsi. La polpa cede al tatto, è soffice. dolce, simile a seta. Le dita aprono le labbra, avvolgono le mani la collinetta del pube. Lo sfrego, finchè esce il profumo simile a quello di un frutto maturo. Sento le tue piccole labbra, le curve del tuo corpo, l'inguine, i fianchi. Ogni tuo respiro si perde mentre le cosce si sollevano in perfetta sincronia con la lingua, che lecca ogni tua fessura. Le tue labbra si arrendono alla mia bocca che ti succhia, mordicchia. Ogni parte del mio corpo, della mia testa è resa più viva da questo atto di nutrimento. Dalla melodica coordinazione delle tue labbra con le mie. Gemi, quei gemiti che sono anche la voce del mio godimento. La lingua che ti accarezza mentre uso prima un dito, poi due, poi tre. Usando la bocca, le labbra, le mani ti trasporto come a un temporale che esplode. Il tuo corpo che si placa trasudando piacere. Sai di frutto dolce, ti dico. Sorridi, allarghi le cosce, mi prendi per i fianchi, con una mano accarezzi il pene, che sta lì, palpitante verso di te. Lo guidi dentro di te, dove scivola, erto in te. Mi adagio, finchè sento che arriva a riempirti completamente fino in fondo, dove stringe, dove lo afferra con forza e lo risucchia. Muovi i fianchi con una leggera rotazione, mi muovo lentamente, la tua bocca piena, le labbra sciroppose. Una lenta danza, riempita nel silenzio dai respiri caldi. Un cubetto di ghiaccio sopra un capezzolo, lo muovi maliziosa, si erge verso di me, duro seme del tuo frutto, corpo morbido e bagnato, La lingua lo sfiora, un gemito, il tuo. Mi sento riempire, un flusso di sangue che spinge, lo sperma che si affolla alla tua porta d'ingresso. Mi fermo, ti fermi. Un fiotto, un secondo, il tuo grido, il mio. Fra i tuoi seni. Il profumo odoroso della tua pelle.

 

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