ZIBALDINO 16-17/17: Del Paradiso Terrestre. Della benedizione dei pensieri. | Prosa e racconti | Germano Mandrillo | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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ZIBALDINO 16-17/17: Del Paradiso Terrestre. Della benedizione dei pensieri.

Michelangelo, Tentazione di Adamo ed Eva

 

 

16. Del Paradiso Terrestre

Oggi il nostro signore è molto emozionato per noi e anche noi lo siamo per lui. Siamo tutti vestiti di bianco con nastrini e paillette. È un gran giorno perché ha deciso di farci battezzare. Non sappiamo esattamente cosa significhi ma sentiamo che è importante. Sappiamo che sono stati invitati un sacco di encefali pieni di fratelli che vogliono partecipare alla festa. Perché è una gran festa per tutti. Nelle sinapsi c’è un po’ di confusione. Anche se il bianco oggi è il colore, lì se ne sentono di tutti i colori:

-(1° pensiero) Che stai spingendo? –

-(2° pensiero) No, tu, perché spingi!? –

-(1° pensiero) Vedi che è quello di dietro che sta spingendo –

-(3° pensiero) Ma chi è che ti spinge?! –

-(2° pensiero) Sì, sei tu che spingi –

-(3° pensiero) Beh, io devo andare al battesimo–

-(2° pensiero) E anch’io ci devo andare –

-(1° pensiero) Senti, amico, qua tutti dobbiamo andare al battesimo! –

-(2° pensiero) Ehi tu che sembri più informato, ma tu lo sai cos’è il battesimo? -

-(1° pensiero) Io no, ci vado solo perché ci vanno tutti. Chiedi a quello là dietro. –

-(2° pensiero) Scusa, ehi tu, tu, lo sai cos’è questo battesimo?–

-(4° pensiero) Sì, ma è meglio che non te lo dica. –

-(2° pensiero) Perché? –

-(4° pensiero) Perché due non fanno tre –

-(2° pensiero) Dai, non scherzare, dimmelo –

-(4° pensiero) Senti, non vorrei che tu poi avessi delle crisi –

-(2° pensiero) Crisi di che? –

-(4° pensiero) Crisi di crisi –

-(2° pensiero) Dai ti prego dimmi che cos’è il battesimo. –

-(4° pensiero) E va bene. L’hai voluto. Si narra che tanto tanto tempo fa, Dio creò i primi encefali, con le prime sinapsi dove i primissimi giorni non c’erano neanche i segnali e gran parte dell’encefalo era solo deserto. I signori di quegli antichi encefali si chiamavano Adamo ed Eva. Vivevano nel Paradiso Terrestre, che era pieno di frutta e verdura d’ogni specie. Anche di specie ormai estinte. Il vero problema in quel posto meraviglioso era che non c’erano problemi e così Dio, che in quanto a creatività non lo batte nessuno, ne creò uno, in sé e per sé semplice ma nello stesso tempo molto, molto difficile, quasi astruso, perché era il primo. Adamo ed Eva non avevano alcuna nozione di problem solving né c’erano amici e parenti con cui potersi consultare o rubriche di giornali a cui scrivere. Non c’erano oroscopi e il gioco divinatorio della margherita non lo conoscevano.–

-(2° pensiero) Ho capito. Ma qual era questo problema? –

-(4° pensiero) Senti, ti sembrerà sciocco, ma si trattava solo di non mangiare le mele.–

-(2° pensiero) Come di non mangiare le mele? –

-(4° pensiero) Sì, potevano mangiare banane, ananas, pere, pesche, fichi ciliegie e nespole, susine arance e mandarini, gelsi e cocomeri, cachi e cocchi, manghi e bonghi e… –

-(2° pensiero) Bonghi? –

-(4° pensiero) Sì, un frutto squisito che non esiste più da milioni di anni e che consentiva di vivere vivere e vivere e vivere senza punto rimbambire. Insomma quei due potevano mangiare tutto tutto, anche mele granate e mele cotogne, tutto ma non le mele mele, che, da allora, per rendere il gioco più eccitante e pericoloso, si chiamarono deliziose.–

-(2° pensiero) Ma come, An apple a day keeps the doctor away e loro non potevano mangiarle!-

-(4° pensiero) Senti, questa storia del dottore allora non aveva alcun senso, perché non c’erano malattie, non c’erano ospedali né casse mutue, insomma non c’era neppure la Morte perché a Dio quest’idea non era ancora venuta.–

-(2° pensiero) E poi? –

-(4° pensiero) Beh, fosse stato per loro…–

-(2° pensiero) Loro chi? –

-(4° pensiero) Adamo ed Eva forse la mela l’avrebbero lasciata perdere, perché c’era tanto di quel ben di Dio, che proprio più che una disubbidienza, sarebbe stato uno stupido dispetto mangiare proprio la mela. –

-(2° pensiero) E allora? –

-(4° pensiero) E allora… allora nacque la truffa.–

-(2° pensiero) Che truffa? –

-(4° pensiero) Il Diavolo, che a quei tempi non aveva neanche clienti da servire all’Inferno, perché nessuno ancora era morto e tutti i dipendenti dell’Inferno passavano il tempo a giocare a carte, a bere e a drogarsi, lui, che non ne poteva più di quelli insulsi passatempi, per non saper che fare s’incuriosì alquanto a questa storia della mela e decise di partecipare al gioco. –

-(2° pensiero) A quale scopo? –

-(4° pensiero) All’inizio lo fece solo perché era veramente scoglionato, però capì subito che l’affare della mela poteva diventare un business colossale e che quei due pollastri del Paradiso Terrestre avrebbero potuto fare la sua fortuna.–

-(2° pensiero) E come fece? –

-(4° pensiero) Si trasformò in serpente (transformer!?) e s’infilò nel Paradiso Terrestre. Poiché era il Diavolo, avrebbe dovuto avere un piano diabolico ma in realtà, non conoscendo ancora quei due, decise di lasciarsi guidare dall’intuito. Naturalmente, il suo scopo era quello di convincerli a mangiare quella benemaledetta mela. –

-(2° pensiero) E ci riuscì? –

-(4° pensiero) Tu che avresti fatto? –

-(2° pensiero) Così non so. Tu non mi hai mica detto che cosa succedeva a quelli se mangiavano la mela. –

-(4° pensiero) È vero. Beh, se mangiavano la mela voleva dire che disobbedivano. Voleva dire che non se ne fregavano niente dei limiti e che insomma anche se stavano così bene, volevano comandare loro e Dio non lo avrebbe mai accettato e quei due sciocchi sarebbero stati cacciati dal Paradiso Terrestre, sarebbero vissuti come allocchi, avrebbero avuto malanni ed acciacchi, suocere e malocchi, più grane che balocchi ma, soprattutto, sarebbero morti. Ecco la vera novità. La vera grandiosa invenzione sarebbe stata lei. La Morte. Quella che avrebbe dato valore alla vita, quella che avrebbe reso l’esistenza realtà e l’eternità sogno. –

-(2° pensiero) E come andò a finire? –

-(4° pensiero) Preferirei non dirtelo. –

-(2° pensiero) No, non puoi. Adesso devi dirmelo. –

-(4° pensiero) Sei sempre tu che lo vuoi. Eva, quindi… ma no, lascia perdere! –

-(2° pensiero) Dai, non puoi lasciarmi così, ora devi dirmelo. –

-(4° pensiero) Eva… Eva fu convinta. E poi, non le ci volle molto, appena qualche moina, un’edizione straordinaria di quelle cose e convinse il mammalucco. Ad Adamo la mela, che poi non era neanche un gran che, rimase anche in gola. Eva ebbe le prime mestruazioni, ovviamente molto dolorose. Ci furono tuoni e fulmini, saette e boati, piogge di fuoco e terremoti, effetti speciali mai visti, roboanti grida di sdegno dall’alto ma anche applausi calorosi dall’Inferno perché il Diavolo ce l’aveva fatta.–

-(2° pensiero) E Adamo ed Eva? –

-(4° pensiero) Cacciati per sempre a divini calci in culo. Timbrati come bovini con il marchio “peccato originale” d.o.c.-

-(2° pensiero) Solo per aver mangiato una mela?–

-(4° pensiero) Guarda che con la mela non si scherza neppure oggi. Lo sai che anche ora chi ruba una mela va sicuramente in prigione e chi ruba un melone può anche non andarci? Fu allora che cominciò questa storia. Perché il Diavolo l’aveva tentato anche lui il colpo di stato prima di Adamo ed Eva. Però lui se l’era cavata con l’assegnazione di un regno, sotterraneo sì ma ben riscaldato. Quei due disgraziati, invece, ebbero il trattamento che ancora oggi si riserva ai poveracci. -

-(2° pensiero) Già. Senti ma, visto che Dio aveva creato tutto… è così, vero? –

-(4° pensiero) Sì è così. –

-(2° pensiero) Lui, secondo te, lo sapeva già che quei due si facevano fregare da quello là? –

-(4° pensiero) Mi stai chiedendo troppo, amico. Fra poco c’è il battesimo e noi stiamo ancora qui a raccontar queste fole. –

-(2° pensiero) Fole? –

-(4° pensiero) Sì fole, perché questa storia della mela serve solo per dare un senso alla vita, per semplificare cose difficili che tutti vogliono capire ma che non capisce nessuno e l’ha inventata qualcuno che senza la storia della mela non si sentiva nessuno. Perché il cane, il leone, il cammello e tutti gli altri animali lo capiscono. L’ulivo, la quercia, il salice e tutte le altre piante lo capiscono. Le stelle, le comete, i pianeti e perfino gli asteroidi lo capiscono. E anche le zanzare, le pulci e le zecche lo capiscono e insomma proprio tutti capiscono quello che devono capire per vivere: la Vita. Sono i discendenti di Adamo ed Eva che vogliono capire anche la Morte, quell'ultima invenzione. Ed eccoli là, morti già da vivi. Vivono morendo, non muoiono vivendo.–

-(2° pensiero) Però ancora non mi hai detto che cos’è il battesimo! –

-(4° pensiero) Hai ragione. Allora ascoltami bene. Hai presente il gioco del sette e mezzo? –

-(2° pensiero) In che senso? –

-(4° pensiero) Beh, c’è una carta, il quattro. –

-(2° pensiero) E che c’entra? –

-(4° pensiero) È considerata una carta indegna di essere giocata ed è ammesso rifiutarla, cambiandola con un’altra. Si dice barella e quello che dà le carte te la cambia con un’altra. –

-(2° pensiero) E allora, che c’entra questa stupidaggine col battesimo? –

-(4° pensiero) Il peccato originale tra le carte di quelli che nascono c’è sempre, solo che la puoi rifiutare battezzandoti. La cosa è talmente facile e conveniente che la fanno tutti. –

-(2° pensiero) E chi fa carte? –

-(4° pensiero) Il prete. Però ora si può scegliere se farlo subito, quando il bambino non sa niente del sette e mezzo oppure quando cresce un po’, dopo averglielo spiegato. –

-(2° pensiero) E se uno che è stato battezzato, poi, quando capisce, rivuole il suo quattro perché con la carta che gli hanno dato ha perso? –

-(4° pensiero) Di solito uno che perde ha perso e basta. Ma se proprio vuole, può andare quando vuole dove si fa il gioco e chiedere di fare un’altra mano. Alla fine di quest’altra mano il Diavolo ti entra ufficialmente in corpo e vieni cacciato in malo modo con le parole: “Vade retro, Satana!”, che è un modo ecclesiastico per dire: “Vaffanculo Satana!”. –

-(2° pensiero) E noi oggi ci battezziamo? –

-(4° pensiero) Sì oggi ci cancellano il peccato…–

-(2° pensiero) Come ci cancellano? Che stai dicendo? Per noi è la fine… scolorina… bianchetto… il fuoco… aiuto… aiutateci… è la fine!–

-(4° pensiero) Ma no, calmati, non è così. –

-(2° pensiero) È una trappola. Ecco perché non volevi dirmelo. Stiamo andando a morte… aiuto… io non voglio morire... non voglio morire… io!–

-(4° pensiero) Calmati, stupido, calmati. Non è così. Questo è il battesimo. –

-(2° pensiero) È finita. È finita. Addio. –

-(4° pensiero) Ehi che ti prende? Fratello, parla. Non è niente. È solo un po’ d’acqua benedetta per affrontare questa vita maledetta. Fratello, che hai, rispondi, rispondi!–

-(1° pensiero) Ma non vedi che è morto fulminato?–

-(3° pensiero) Sì, è morto. Si è già fuso con quei due che venivano da dietro. –

-(2° pensiero) Era un bel pensiero. Giovane, curioso. Troppo curioso. –

-(3° pensiero) Ma tu perché gli hai detto tutte quelle puttanboiate della mela? –

 

Silenzio, basta. C’è il battesimo.

 

17. Della benedizione dei pensieri

 

A nome del nostro, giunga a tutti la benedizione del Signore dei signori. Siano più felici, perché più veri e vissuti, i vostri giorni. Siano le vostre piccole infelicità tutte contrastate da piccole felicità, i vostri grandi dolori resi immemorabili da grandi gioie inaspettate. Sappiate leggere la felicità dei vostri pensieri. Che la vostra felicità non uccida mai il bambino che è in voi. Che nella vostra felicità resti sempre un angolino per sognare. Che nessun pensiero acido possa sedere al banchetto dei vostri pensieri. Che i pensieri di chi vi ama possano sempre raggiungervi e riscaldare i vostri cuori. Che i pensieri di chi vi odia possano annegare, incapaci di nuotare nel vostro amore per la vita. Che i grandi pensieri possano sedere accanto ai piccoli e ciascuno possa capire di aver bisogno dell’altro. Che i vostri pensieri di giustizia e di pace non siano mai contaminati da pensieri vili e ingrati. Che i vostri pensieri si nutrano e si appaghino al pranzo della vita, sapendone gustare a fondo tutte le pietanze e senza mai temere l’amaro, che viene servito dopo ogni pranzo d’occasione. Andate in pace. 

 

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