Scritto da © Germano Mandrillo - Dom, 11/09/2016 - 16:46
Scappare da sé
che folle impresa
ritrovarsi
che bella sorpresa poi
rossori di visi
e mani intrecciate di cuori scuciti
stanchi di attese
accendiamo fuochi
nei ghiacciai dell’essere
reclamando eternità
recriminandoci dolci
nel buio confortevole
della city-car guscio di vita
ma s’intravedono gli sberleffi
di una creatura ragguardevole
solo una sagoma spenta
un poliedro di segmenti
lì sul sedile di dietro
denti senza labbra
occhiaie senza fondo
lì che biascica e fischia
clausole di contratti
microscopiche postille
arrampicature giuridiche
firmate da mani neonate
sì tanto tempo fa
all’inizio del viaggio
alla fine del non essere
qui ora parentesi di coscienza
noi ricercatori dipsòmani
rapsòdi di ricordi
immagini di film muti
in brusii di sale gremite
siamo spettatori
impazienti di vedere la fine
per poi uscire e cantare
le nenie del divenire ostinato del tempo
che batte sincopi inconcluse.
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