Scritto da © gatto - Gio, 04/09/2014 - 13:22
"Ogni poesia, mi dicevi, ascoltami,
sia un argento luminoso di luna levigante
la camera dei pensieri,
il proclama della nuova vita impressa
sulle mura candide dell'anima con lettere
di sangue".
Forse non hai pronunciato queste sillabe
nell'aria uguale dell'infanzia
di noi su una panchina in un altro luogo
dove era da inventare il mare
e da sfatare la ressa dei giorni nel riso nostro
e nel verde tenerissimo dei salici,
la goccia di compassione vera cadeva
come un pezzo di stella e nessuno la vedeva.
Le duali solitudini ad intessersi a consumare
la coniugale soglia della casa ereditata
dal Cielo si congiungono in un amplesso
che al ralenti rivedresti in un privato visore
per perfezionarlo nel prossimo senza calendario
ma poi ecco: avviene la corsa nel campo delle
fragole e del grano e a attende solo un sogno
per trascriverlo con la falce di platino
della mano di ragazza.
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