Scritto da © gatto - Lun, 29/10/2012 - 19:40
Poi dopo amniotica doccia caldo-freddo,
il viso allo specchio, occhi azzurri e biondi
capelli, pari a madonna barocca, esce dal bagno,
si veste e torna per le strade
fino alla portineria di ottobre, dove in agosto
pianse come una donna per la lettera
di addio di Giovanni. Si guarda il rosa-fucsia
delle unghie immersa in un jeans stretto
sdtucito sulla coscia sinistra sale i gradini,
entra nell'auto elettrica per andare da Giovanni.
Una spina nel cuore (m'ama o non m'ama?).
Il bivio fino a via Caracciolo, e la regata dalle
policrome vele, il mae a scintillare, il dischetto
del sole, nell'avvicinarsi a via Palepoli 11,
la casa dell'amato. Trepida Alessia ((oggi ha
le mestruazioni), l'ascensore è rotto,
quarto piano da raggiungere a piedi,
il fiatone, respira, resiste, sul farsi di un meridiano
incanto, il portiere la vede, connivente le
sorride dai capelli bianchi. (buonsegno
pensa Alessi) e forse faremo l'amore
sul piumone comprato l'anno scorso.
Bussa il campanello Alessia sul farsi della
della luce. Apre Giovanni nerovestito tra le cose
di sempre, la prende per mano, la guarda
negli occhi, e dice:Ti amo!!! Alessia ride,
si spoglia piano sul farsi di un tempo altro,
regala all'amato le mutandine nere apre le gambe
è penetrata gode (e se mi lascia di nuovo?).
Amore forte come la morte. Alessia,
uscita dalla camera della mente e dell'amore
torna in macchina sul far della sera:
ha mangiato pane e pomodoro e deve rifare
l'esame. Un pettirosso urla attenzione!!!
attenzione!!! attenzione!!! Alessia in forma
di luna respira squilla il cellulare, numero di
Giovanni sul display, un amen durato un'eternità
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