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Attesa di Alessia della telefonata di Giovanni

Finita la notte, mappa albale di Alessia
stanca nel lettoo dopo l'amore: Giovanni
è trasmigrato in altri luoghi di città,
resta il suo odore nel folto di lenzuola.
Alessia entra nell'amnio della doccia
per rigenerarsi, azzurro degli occhi
nello specchio incorniciato di madonna
barocca  il viso dal biondo dei capelli.
Tutto ok, con l'acqua sulla pelle di
ragazza sul farsi delle cose del mondo
(telefonerà Giovanni, m'ama o non m'ama?).
E in men che non si dica spicca
il gabbiano in volo sul porto che sembra
nordico e non mediterraneo nel grigioghiaccio
di un'anima iccielata oltre la vita
se non è più esistere nuotando.
Attesa della fabula profana del prossimo
amplesso, ma per compiersi la gioia,
deve squillare il telefono. Entra nel letto
Alessia nuda e piange come una donna
dieci minuti di ritardo, gioia invernale.
Attenzione, urla il gabbiano...
e il telefono squilla nell'ora meridiana
di luce abbacinante.
Corre Alessia, è Giovanni che le dice
che ce la faranno, che è al sicuro e che
non è l'undici settembre e che non sta
in un jet contro le Twin Towers
ma in un ameno giardino. Alessia
nell'albereto della camera della mente
dice con voce bassa: l'amore è salvo!!!

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