Scritto da © Franco Pucci - Gio, 24/09/2015 - 14:46
Vedrai altre primavere così mi ripetevo allora
un mantra una autoconsolazione una panacea
quando il sole spauriva al cospetto della notte
e “spleen” era ancora un termine di là a venire.
[intanto là nei giardini dietro a quel cespuglio
l’amore acerbo maturava in fretta i suoi anni]
Vedrai altre primavere così mi ripetevo ancora
quando il senno s’adagiava al potere del sogno
e la vita bruciava le algide foglie di quel rosaio.
Ho visto altre primavere sai -l’utopia ammalia-
perché l’anima senza voce disincanta la litania.
Non trovo più rose per giocare a nasconderella
la vita ha regalato frutti dolci e amare stagioni.
[i gabbiani straziano mentre sorrido all’utopia
e petali fiammeggiano sul canale al tramonto]
Vedrò altre primavere, ho imparato l’inglese.
un mantra una autoconsolazione una panacea
quando il sole spauriva al cospetto della notte
e “spleen” era ancora un termine di là a venire.
[intanto là nei giardini dietro a quel cespuglio
l’amore acerbo maturava in fretta i suoi anni]
Vedrai altre primavere così mi ripetevo ancora
quando il senno s’adagiava al potere del sogno
e la vita bruciava le algide foglie di quel rosaio.
Ho visto altre primavere sai -l’utopia ammalia-
perché l’anima senza voce disincanta la litania.
Non trovo più rose per giocare a nasconderella
la vita ha regalato frutti dolci e amare stagioni.
[i gabbiani straziano mentre sorrido all’utopia
e petali fiammeggiano sul canale al tramonto]
Vedrò altre primavere, ho imparato l’inglese.
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