Scritto da © Franco Pucci - Gio, 26/03/2015 - 10:09
E poi sanno di sabbia e nevischio questi anni
noi, orfani del racconto degli altalenanti passi
consci della fatica dell’accettarsi negli sguardi.
Non riconosco il rosa di questo Marzo riottoso
dei fiori di pesco, dei rossori virginei delle albe
quando il giorno s’imbelletta prima di sorgere.
Non riconosco -di rosa- se non le lenzuola stese
vele improbabili di vascello d’Olandese Volante
alla fonda in attesa del figlio apparente di Eolo.
E poi vorrei la neve quando il passo la sostiene
e poi sabbia per colorare nuovamente i castelli
-di rosa- trascurato fiore di primavere lontane.
Sa di sabbia e nevischio il rosa di questo Marzo.
noi, orfani del racconto degli altalenanti passi
consci della fatica dell’accettarsi negli sguardi.
Non riconosco il rosa di questo Marzo riottoso
dei fiori di pesco, dei rossori virginei delle albe
quando il giorno s’imbelletta prima di sorgere.
Non riconosco -di rosa- se non le lenzuola stese
vele improbabili di vascello d’Olandese Volante
alla fonda in attesa del figlio apparente di Eolo.
E poi vorrei la neve quando il passo la sostiene
e poi sabbia per colorare nuovamente i castelli
-di rosa- trascurato fiore di primavere lontane.
Sa di sabbia e nevischio il rosa di questo Marzo.
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