Scritto da © Franco Pucci - Sab, 13/09/2014 - 15:30
La luna taglia a fettine la scrivania
come un pane casereccio filtrando
dalla veneziana e il riflesso sui tasti
è alibi per la mia imperizia crescente.
Un macaone color oro rulla i motori
sul bordo del bicchiere porta-matite
orrida ceramica cinese di mercatino.
Come accidenti sarà finito lì? Luna?
-tutto stasera recita il mio disagio
non scrivo righe decenti da tempo-
Le mani sono passate dallo sciopero
anarchico alla più completa dislessia
così smoccolo il poco tempo tiranno
che irride alle mie difficoltà presenti.
La risma di fogli Fabriano lì accanto
ha smesso di sperare in un amplesso
i colori sono spirati uno dopo l’altro
come i led di un computer asmatico.
Ora la falena dorata misura le pareti
apro le imposte al suo assolo regale.
Mentre litigo i tasti sogno acquerelli
per le lettere -neri insetti dispettosi-
-tutto stasera recita il mio disagio
non coloro versi, stingono nel cuore-
Impietosa, surreale nottata. Scrivo.
come un pane casereccio filtrando
dalla veneziana e il riflesso sui tasti
è alibi per la mia imperizia crescente.
Un macaone color oro rulla i motori
sul bordo del bicchiere porta-matite
orrida ceramica cinese di mercatino.
Come accidenti sarà finito lì? Luna?
-tutto stasera recita il mio disagio
non scrivo righe decenti da tempo-
Le mani sono passate dallo sciopero
anarchico alla più completa dislessia
così smoccolo il poco tempo tiranno
che irride alle mie difficoltà presenti.
La risma di fogli Fabriano lì accanto
ha smesso di sperare in un amplesso
i colori sono spirati uno dopo l’altro
come i led di un computer asmatico.
Ora la falena dorata misura le pareti
apro le imposte al suo assolo regale.
Mentre litigo i tasti sogno acquerelli
per le lettere -neri insetti dispettosi-
-tutto stasera recita il mio disagio
non coloro versi, stingono nel cuore-
Impietosa, surreale nottata. Scrivo.
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