Scritto da © Franco Pucci - Sab, 23/01/2016 - 14:05
L’alzavola coglie il volo e si tuffa,
sfidando il gelo, lascia la bricola.
Anch’io dimentico il mio calore
assiso sul marmo della panchina.
Io e l’alzavola -poeti temerari-
Stempero.
Fatico a dipanare negli occhi
quella ragnatela di grigi umori
che il cielo ha impresso stamane.
Cerco il sorriso di un cielo amico
che so mio, egoisticamente mio.
L’urlo di un gabbiano innamorato
arrochisce su un cassero laggiù.
Sfinito tace -triste pierrot piumato-
La motonave saluta il molo fischiando
chiama alla conta gli sbadati, i restii.
Il cielo s’è aperto, il sole si specchia
nel ghiaccio iridescente della darsena.
Arrossisce, la dipinge d’oro e sorride.
[L’alzavola torna. Lo stridio dei gabbiani
che inseguono il rientro dei pescherecci
è sobbalzo, allegro ghirigoro delle dita.]
Nel bianco, uno sbaffo d’azzurro.
sfidando il gelo, lascia la bricola.
Anch’io dimentico il mio calore
assiso sul marmo della panchina.
Io e l’alzavola -poeti temerari-
Stempero.
Fatico a dipanare negli occhi
quella ragnatela di grigi umori
che il cielo ha impresso stamane.
Cerco il sorriso di un cielo amico
che so mio, egoisticamente mio.
L’urlo di un gabbiano innamorato
arrochisce su un cassero laggiù.
Sfinito tace -triste pierrot piumato-
La motonave saluta il molo fischiando
chiama alla conta gli sbadati, i restii.
Il cielo s’è aperto, il sole si specchia
nel ghiaccio iridescente della darsena.
Arrossisce, la dipinge d’oro e sorride.
[L’alzavola torna. Lo stridio dei gabbiani
che inseguono il rientro dei pescherecci
è sobbalzo, allegro ghirigoro delle dita.]
Nel bianco, uno sbaffo d’azzurro.
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