Scritto da © Franco Pucci - Gio, 16/07/2015 - 09:02
Avessi quegli anni che ho divorato bulimico
ora sarei snello come airone, planerei algido
sul futuro, sorridente alzerei il becco al cielo
e griderei l’arroganza delle ali agili e falcate.
Avessi il radar che della nottola equilibrista
fa ballerina per la sua innata perizia circense
non incrocerei ostacoli tra le nuvole e i sogni
dormirei sereno a testa ingiù appeso al cuore.
Avessi me! Non faticherei al mattino l’identità
riconoscerei riflessa -mentre sorvolo la spuma
dell’ultimo peschereccio che attracca al molo-
la sigla inconfondibile della mia irrequietezza.
Avessi infine coscienza piena di quel che sono
non chiederei ciò che la vita mi ha già donato
se l’ingratitudine si misura contando gli anni
anche lo stupore soffoca rimpianti affastellati.
ora sarei snello come airone, planerei algido
sul futuro, sorridente alzerei il becco al cielo
e griderei l’arroganza delle ali agili e falcate.
Avessi il radar che della nottola equilibrista
fa ballerina per la sua innata perizia circense
non incrocerei ostacoli tra le nuvole e i sogni
dormirei sereno a testa ingiù appeso al cuore.
Avessi me! Non faticherei al mattino l’identità
riconoscerei riflessa -mentre sorvolo la spuma
dell’ultimo peschereccio che attracca al molo-
la sigla inconfondibile della mia irrequietezza.
Avessi infine coscienza piena di quel che sono
non chiederei ciò che la vita mi ha già donato
se l’ingratitudine si misura contando gli anni
anche lo stupore soffoca rimpianti affastellati.
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