Scritto da © Franco Pucci - Mer, 05/04/2017 - 22:04
Non sai amico mio quante volte
sul precipizio ho chiuso gli occhi
quante volte ho cercato coraggio
nei ceri consunti della memoria.
E la musica che batteva in petto
era grancassa di un cuore stanco
mentre tutt’intorno cantava odio
rinchiuso a riccio pregavo amore.
Non il sapore agro dello stupore
-non la frenesia dell’incoscienza-
inevitabile il buio lusinga e cerca
ma hai persa l’anima nei calzoni.
Se poi il passo trema e non regge
sappi che ho rubato le ali alla vita
e nelle dita le fantasie degli occhi
cantano cieli che la paura spaura.
No, non conterò più i passi.
sul precipizio ho chiuso gli occhi
quante volte ho cercato coraggio
nei ceri consunti della memoria.
E la musica che batteva in petto
era grancassa di un cuore stanco
mentre tutt’intorno cantava odio
rinchiuso a riccio pregavo amore.
Non il sapore agro dello stupore
-non la frenesia dell’incoscienza-
inevitabile il buio lusinga e cerca
ma hai persa l’anima nei calzoni.
Se poi il passo trema e non regge
sappi che ho rubato le ali alla vita
e nelle dita le fantasie degli occhi
cantano cieli che la paura spaura.
No, non conterò più i passi.
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