Scritto da © Franca Figliolini - Dom, 02/03/2014 - 10:32
davvero, poeta, sei la forza straordinaria
della parola, un battere e levare che sarebbe
banale incatenare a ciò che non saremo (mai).
dire (mai) è come riconoscere la tua assenza
il tuo non esserci per, ovvero annegare,
annegare infinitamente nei tuoi mari pieni
di sirene. mia voce unica, che quando tace
mi sembra che tutto il mondo taccia, nudo,
privo di baie e sciabordii, onde, riflessi, fasciami,
catafratti dietro orde di suoni, bardati a festa.
mia voce unica, che amo con la cautela degli anni
e la forza dei miei capelli siderali; essenza
delle sillabe, che spargo sui polsi, sulla nuca,
convinta del suo potere taumaturgico, illusa
dalla magia del dire. ah, poeta mio poeta, senza
mani che io possa toccare, dovremo allora
parlare così, di verso in verso. come tacere,
come non essere essendo, questo m'insegni.
della parola, un battere e levare che sarebbe
banale incatenare a ciò che non saremo (mai).
dire (mai) è come riconoscere la tua assenza
il tuo non esserci per, ovvero annegare,
annegare infinitamente nei tuoi mari pieni
di sirene. mia voce unica, che quando tace
mi sembra che tutto il mondo taccia, nudo,
privo di baie e sciabordii, onde, riflessi, fasciami,
catafratti dietro orde di suoni, bardati a festa.
mia voce unica, che amo con la cautela degli anni
e la forza dei miei capelli siderali; essenza
delle sillabe, che spargo sui polsi, sulla nuca,
convinta del suo potere taumaturgico, illusa
dalla magia del dire. ah, poeta mio poeta, senza
mani che io possa toccare, dovremo allora
parlare così, di verso in verso. come tacere,
come non essere essendo, questo m'insegni.
a F., sempre
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