impronte digitali

figurati la mia sensazione  in questa cappa fetida, malmostosa
di tarda estate malata che non lascia
spazio all'aria.
                         la ricerca della limpidezza
soffre ritardi vergognosi, come ci fosse
un legame di sangue tra me e le correnti d'aria
atlantiche, antartiche, africane e quant'altre mai, tutte a convergere qui
nella fronte sudata,
china sulla tastiera dove lascio impronte digitali
per investigatori provetti

[diranno: lei era lì, è provato. guardate le linee dell'indice e del medio
la persistenza e l'individualità ne fanno prove inconfutabili]

 

a sollevare lo sguardo, un panorama di grigi
e lattigine. solo a volte, un'increspatura sottile,
un cedimento
lascia intravedere una speranza d'azzurro. lontana,
lontana... ma quanto basta per ricordarci
cosa significhi esser vivi.