Follie epatiche (2^ parte, Il pilota dell'anima) | Poesia | Francesco Andrea Maiello | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Follie epatiche (2^ parte, Il pilota dell'anima)

In mental cortocircuito

dopo troppe amare passioni,

per questo intricato impiccio

di mostri, iene e talpe,

per falsi trasmettitori

e con lesto incalzar di gradi

mio padre pur passò.

Ma lui, imperturbabile,

tra tanti intrighi perfidi,

in un batter di baleno

il cielo guadagnò.

E fu sì, con questo sfogo,

nel folle turbinìo

di tal letal pensieri,

che infin riconquistai

la mia viva coscienza.

Nel retro rivoltandomi

ancora io vedea

quell’immane baratro

che a piè pari saltai

e che ad ogni mortal

è sempre alfin fatal.

Ed ancor tutto tremante

per quello strenuo salto

che tutto mi rallegro:

io, unico mortale,

di essere tornato infine

dagli irreversibili limiti

della follia epatica.

Che sempre ti fa stare,

solo tra te e te,

facendoti paventare

e mostri e spie e iene,

su per oscuri confini,

non ben delimitati,

che in ansia ti mantengono

con ritmi circadiani.

Perché tra ansiose notti

che il dì in parte spengea

e poi mi ritornava

con il calar del sole

l’ansia ingravescente

che poi si approfondava

col buio della notte,

tornando le ansiose notti

che il cerchio completava.

In siffatti circuiti

la mente imprigionata

di tal pazza follia,

giammai si liberava

ed infin la pietà divina

di questo si turbò

e per quell’immenso baratro

di nuovo mi buttò

di fronte a tante e sempre

di nuovo amorevolezze,

che lascian imperterriti alcuni,

talaltri fingendo fingono

almeno di assaporarle.

Ma il pazzo impenitente

tutte se le beveva,

procurandosi quel danno,

dianzi irreversibile,

da cui financo uscii

per superior bontà.

Or finalmente in me

nella mia primiera ragione,

come potrò in esse

mai più recidivare,

se al cor non si comanda

nel bene e nel cattivo;

per non vederle proprio,

da solo me ne andrò:

per valli, monti e cieli,

per laghi, fiumi ed oceani,

di nuovo correrò

sol dietro a quella sfera

di cuoio inebriante

ed ancor leggerò un libro,

capendo le parole,

perché questa è vita,

non certo le follie

dei pur passati dì.

 

 

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