C'era un uomo che attraversava la strada all'altezza di Piazzale Clodio e aveva un crisantemo in mano. Con l'altra teneva per mano una donna orientale e non dicevano nulla, la pioggia li bagnava e loro educatamente affrettavano il passo per superare l'incrocio. Poi ho visto l'uomo avvicinare il crisantemo al naso per annusarlo ma la donna gli ha fatto cenno che non sta bene e l'uomo ha di nuovo posato quel fiore lungo, lunghissimo, bianco, a testa in giù, come fosse un ombrello. Li ho visti scomparire dentro un bar e ho immaginato il barista che alla vista del fiore si è grattato. I fiori dei morti vivono due giorni soltanto poi la pioggia se li porta via e così anche il pensiero dei morti ma non è sempre così. All'incrocio di prima, ad esempio, un automobilista suvmunito che andava di fretta ha iniziato a strombazzare perchè voleva arrivare primo. D'altronde siamo una società di arrivisti, lo dicono tutti, persino i giornali, la televisione. Aveva fretta di andare al Tribunale credo o forse a Via Teulada dove c'è una delle sedi RAI, la riconosci da un'enorme parabola. Il tipo suvmunito si è prodotto in un sonoro "mortaccitua". Un po' fuori sincrono devo dire, perchè ieri avrebbe avuto più effetto, più share diciamo così. Il tipo con il crisantemo non credo l'abbia sentito o forse già sapeva che dopo cento metri il Suv si sarebbe accartocciato come una busta in tetrapak di latte alta qualità contro quel semaforo. Anche i Suv, in fondo, se prendono il verso giusto fanno una brutta fine.
L'uomo crisantemo munito sarebbe uscito dal bar e con grande naturalezza avrebbe posato il suo lunghissimo fiore su ciò che restava del macchinone, magari sarebbe riuscito a incastrarlo nella vaschetta del radiatore per farlo durare qualche ora in più e poi avrebbe detto amen. Ma senza convinzione.
Giovanni Di Muoio
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