Scritto da © Franco Pucci - Dom, 13/06/2010 - 16:54
Stamattina ho raccolto stupendi fiori di loto migranti sulla laguna. Non ci credete? Fate bene, non è vero. Oggi le sue acque indifferenti mi propinano solo alghe putrescenti. In queste acque mi specchio e l’immagine che mi torna, seppure spezzettata dai riflessi, mi parla di nuove storie, di nuova vita. Ho lavato in laguna le mie ferite e l’acqua salata le ha cicatrizzate definitivamente. Ora il sole provvederà ad asciugarle, le ho stese accanto alla mia anima, appese ad un filo che unisce il mio cuore a queste parole. Così, mentre mi perdo con passo più leggero tra calli e ponti, respiro a pieni polmoni la magia di quest’isola che non c’è e, come un Peter Pan un po’ acciaccato, attendo l’arrivo di Campanellino discutendo coi gabbiani del più e del meno. Anche per oggi la mia cura a base di fiori di loto, acqua e sale, produrrà i suoi effetti benefici, devo solo stare attento a non esagerare con le dosi, i fiori stanno finendo…
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