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ventottodicembremillenovecentoventicinque

1-Cappio-
 
Di certo si è trovato un corpo
non sanno che da quel cappio
pende terra di Rus
 
L’odore è di mucca
fertile letame che l’accompagna
come un dio potente e buono
 che penetra ogni respiro
 
Ontani e betulle gridano come prefiche
la Natura stessa onora
il poeta venuto al mondo
per non prendere niente soltanto cantare
la fiaba dei fiordalisi in un campo di segale
 
Bucharin proclamerà la supremazia
della modernità sulle tenebre del contado
non sa nulla di Isadora
non sa nulla d’amore
e di Sergej Esenin
 
2-Nessun gesto di prendere
 
Esenin parlerà nel cavallo sfiancato
ed io sarò l’alito di fico
 
Il senso di tutto questo
mi è chiaro
 
scendere e salire
accomuna all’ape
 
Un’onda nel greto della strada ci avvolge
Il rumore è troppo acuto
bisogna che il grillo abbassi il tono
e si stenda il tappeto
al di là della luna
 
C’è sempre una donna di mezzo
non appena si fa quiete una Vergine appare
anche lei sale le parietarie
e muove il vento dei crini
 
Si aspetta…..
 
Da ogni nube nascerà
un cormorano
e per l’ora di pranzo
battezzerò il porto
Passare per fuorilegge, si!
sentite a me
ne vale la pena
 
3 - Millenovecentoventicinque-
 
Cristo non è morto così, Esenin si
Lo sanno le giumente, sagge le giumente
A non credere a quelle grida..
E grida ancora quella bocca
Come se il tempo scalpitasse in un inganno
 
Chi ha nutrito la certezza
Ha voluto che si mettesse un cappio
Alle betulle
 
da quel giorno
hanno la chioma gialla
come se avessero inghiottito
 l’inverno
millenovecentoventicinque

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