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Sulle ortiche, affini e alienazione

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1-Materiali come ortiche e affini
 
Non è questione di datazione 
se anche il C14 fallisce non è colpa del metodo perfetto 
ma dello spirito che non vuole 
 
Ecco, se adesso qualche rimasuglio - risacca forse dei 50-
viene fuori a garantire l'appartenenza al Sud
 
-Quando c'è stato il distacco e la vena borbonica ha finito d'irrorare la lingua-
 
altro nei cortili Primavera-Estate ( Oh i picchi rosa sui peschi!
A me invece annuncia aprile il manifesto pendulo dei ramponi Ta..) 
spinge la mia età ancora più lontana 
nessun mandorlo di torno ma
intatti
i meccanismi del libero arbitrio 
una data che indica il Sud dei Sud
non riconducibile ad ossa di dinosauro o di manichino 
ma alla comparsa simultanea dei "No, è l'ora di non chinare la testa" 
scolpito nello stelo dell’ ortica e affini
 
2-A che serve –mi chiedi-esporsi nel ramo d’ortica?
 
Il trifoglio salì per vedere dall’alto il biancore sul muro
mentre qualcuno scriveva: ti amo 
 
Erano ragazzi che assaggiavano la prima spremitura di cuore
Il succo vergine del viticcio
 
L’amore aprì il petto tra giunchi di colore
E dai sedili proiettò il suo piccolo pino ferito
Sapeva che i manifesti si sarebbero ripresi dal vento 
E nessuno avrebbe resistito al desiderio di stendersi al sole
 
Gazze e formiche celebrano l’amore graffiato
Sui sedili dell’uguaglianza 
Qualcuno disegna il mio occhio
Lì dentro vive una benedizione di luna 
L’invisibile corporalità delle mani 
Le stesse uova dei coleotteri
 
E’ questa la giungla del vecchio indio
Nessun peccato gli è ascritto solo di sollevare il coperchio del muro
Per bagnarsi in ruscelli d’asfalto
Mentre banche e ristoranti cinesi scorrono ai lati
 
Servire non è nel destino d’ortica nemmeno morire 
 
3-Di bottiglie e cartelli 
 
Sfiorano le bocche aperte, 
rotolano sul bordo di una pista e poi tornano a cercarsi
le mani il seno il vuoto 
avranno scritto loro queste imprecazioni a Dio
 
non più…non più…
 
Di fronte c’è una lingua che pende sulla terra
Ieri aveva un orecchio rotto 
non sapeva che nel lembo staccato
il vento infila le sue mani
 
Non più…non più…
 
Nessuno abita la città
nel rigoglio di rovi e margherite innalza lapidi il cemento
 
sommerge di trifoglio 
innalzando insegne gialle
di quelli che l’inverno è superficie e l’esistere tremando 
una meraviglia
 
Riconosco l’amore anche quando è plastica a gioire
e la morte … sta nel vento che strappa i cartelli
 
4-Nessuna che si chiami Giuda:
(Vantaggio dell'osmosi sulla circolazione cuore dipendente)
 
All’ora della chiusura mi accolsero come un fratello
All’ora dei telefoni abbassati e dei lazzari sotto il tavolo 
Mi ritrovai ad accettare 
 
Anche le ortiche dovettero affrontare il problema con dio
Di prendere gli angoli bui dei marciapiede
 
Meglio passarci sopra 
meglio lasciar fare al lento risalire
Piuttosto che indossare il tradimento:
 
Clorofilla negli occhi 
verde d’animo
grandiosità nella traspirazione 
 
Così bello l’accumulo di zucchero nei frutti 
tenera la familiarità coi germogli di melo 
ed in cambio della fioritura
l’affare del libero arbitrio 
lasciato al Logos
 
5-Scritta su un muro 
 
uomini e ombrelli dicono:
c'è di mezzo una stagione
qualcosa che muove eliche nel nero
 
ma c'è dell'altro nel bilancio 
fabbriche che chiudono 
e bisogna far qualcosa contro la natura
 
la natura esattrice dopo il giudizio senza appello:
carcere e 41 bis 
solo aria di gabinetto
sul margine della strada
 
uomini e ombrelli dicono:
se c'è di mezzo una stagione
c'è di mezzo anche il padrone
 
6-La vecchia alienazione (riproposta)
 
La vecchia alienazione la carcassa dello sfruttamento
un colpo di piccone sul Manifesto 
lo strascico di polvere sul televisore
millenovecentoottantanove
 
Nessuna nostalgia
eppure c’entra questo fiato sulla circonvallazione
oltre il guardrail una massa spinge 
sono giorni che spinge e non succede niente
 
C’è un muro lì, evidente, tosto come a Berlino
sono giorni che il check point è chiuso 
 
Qualcuno dall’altra parte non apre
e le bandiere sono incazzate
c’è solo pioggia nessun vento 
Passa la luna
un coccodrillo con i figli in bocca
guai a chi li tocca 
Il rumore di Berlino Ovest
Ci sarà un’arringa per la storia
J.F.K si siederà da questa parte
pronuncerà la condanna del blocco di Varsavia
 
L’occidente è sulla circonvallazione
non guarda, non ci fa caso, 
se il muro cinge se il muro offende
se l’operaio sta lì fermo seduto 
sul gruzzolo di carne che non riesce a vendere

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