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Passaggio da murales e oltre

C’è qualcosa di conclusivo in quello che vuoi dirmi
tu con le apparenze rosee e le striature di giumenta divina
sì, ero qui per cercare qualcosa dell’asfalto vivo
il grigiore forse lo smalto del ramo stracciato
 
guardi e distruggi
ridi e piangi il verde degli occhi zigrini
apri la bocca  e mostri il bianco del pioppo sepolto
sono qui -ripeto- nemmeno ti è caro chi ti rotola accanto?
le bottiglie han cantato questa notte
inno alla morte come idioti di un tempo stoppato
 
il vento ti porta via l’dea che soffiava  narici
ti chiamerò solitudine
tu prepara un cesto di lingue sepolte
e lasciati andare al  canto del palazzo tutte bocche
 
qualcun altro iniettava mescalina in un agave
un po’ di eroinomani non fanno rivoluzione
ci vorrebbe ritmo e forza di nervi acuti
non spine né croci per crescere mirtilli
 
eri brace ieri sul mio cammino
qualcun altro non tu
 iniettava calcare nelle vene del marciapiede
insieme gridavano quello che tacciono i vestiti nelle vetrine
e storpiano i colombi su Via della Costituente
 
vorrebbero cantare le gazze sul tappeto persiano
innalzarsi infine e deporre uova affratellanti
nel miracolo del linguaggio distrutto
 
oh i possessori di sega, lascio a loro la parola 
la comunicabilità al petrolio di braccio
ai moncherini di abeti l’ultimo giudizio
 
c’è nascita di ortica nei giardini
speranza nel gabinetto divelto
 
San Michele ha dissequestrato i cassonetti
e questa notte
ci sarà apertura ai demoni d’argilla
che faccia avranno dietro le maschere di oleandro
che denti esploderanno sui muri del park & ride
proprio adesso che fomentava rivolta lo spray
e Vercingetorige rinasceva
 
verranno a prendersi cura dei vini nascosti nelle cantine di Via Re David
verranno a sputare ancora sui sedili di largo due giugno
faranno l'amore in un cerchio di santi
 
oh sì, l'angelo del fico d'india completa la maledizione
indica una stretta al cuore per fuggire
come partorire dal topo un uomo
ieri il campo di malve stringeva alleanze epocali
e le margherite giganti guardavano con affetto la COOP
anche gli scaffali
inorridivano dei padroni di cani
agitando yogurt e libri di cucina
 
vidi il semaforo impazzire al dolore del rastrello meccanico
faceva suo l’urlo rosso dei papaveri
poi
l’istante tramortì nel corpo di lucertola
due incatenati si coprirono il pube
mentre il panettiere cacciava il marocchino a bastonate
 
su tutto prevalse la civiltà  del campo tagliato
l’acre di  fiori versato  su Via Omodeo.

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