Palleggiando con una palla da "pelota" nei pressi di un parcheggio partenopeo tra paracarri di
pietra e passaggi pedonali in prossimità della
prefettura, mi si presentò una peripatetica
pakistana che praticava la professione in
un povero postribolo di Posillipo pieno
di pidocchi e pappataci perniciosi, prospettandomi
un piacevole passatempo.
Declinai la proposta improponibile e,
attraversando un prato di papaveri in prossimità
del porto, incontrai un prozio di Pablo Picasso
con un cappotto di pelo di panda a pois che
pescava peoci e polipi con una canna da pesca
in puro palissandro della Patagonia e, per questo
puzzava come un procione di Provenza affetto
da prostatite progressiva!
Probabilmente era un periodo poco propizio
così mi presi un periodo di pausa dedicandomi
ai piaceri del palato andando nella nota
pizzeria"O piscatore" dove mi feci una spanciata
di paccheri alle "poveracce", delle pinne di
pesce palla al pepe e paprica, del palombo al
profumo di prezzemolo e, in ultimo, delle
polpose pesche al Porto con petali di peonia
ripassate in padella. Pagai il conto, un po'
pesante, col Pago bancomat e, per finire
mi piombai a pesce in un morbido letto di
piume di passero di palude poco preoccupato
per la prole!
Prosit!
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