Scritto da © ferdinandocelinio - Lun, 04/03/2019 - 00:09
Notte afgana
irraccontabile
fermenta sulla morte cloroformica
che abita le stanze
della mia mente
e io racconto
di puttane e cipressi
di tutto quell’asfalto imbevuto d’afa
che è la mia Messina
e mi nutro delle latrine del nihl
e guardo il mondo da dove
lo guardano i nani
nel punto inverso delle margherite
dove tutto è abbruttimento e castigo
Io sto
dove le cose hanno l’odore del disastro
e ogni piaga tra Dio e la muffa
urla
come carbone spezzato
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