Scritto da © ferdigiordano - Mer, 10/12/2014 - 13:50
Un minuto segreto
trova posto tra tanti argomenti.
In giro c’è stanchezza, per una debole ripresa
del freddo. Un minuto segreto aiuta
intorno alle venti.
È grottesco:
guardo il cielo e capisco
come siamo compresi. Arriva fino ai piedi
e ci contiene. Non tutto chiede spazio,
benché stretto qui dentro.
Piove,
i ripari si stringono alle facciate
più di quanto occorra. Oppure incassi
il capo e anche tu riduci la superficie esposta.
Non spero nel platano.
Mi vede alieno, quindi si mantiene freddo.
Non si oppone, ma l’albero è dinamico,
segue la corrente: qualsiasi bocca di vento
opprima il sacro cerchio annuale o il gusto
elastico del legno per le forme incensurate,
certifica la supremazia del verde.
Se riesci a battere il tronco, e occorre vigore,
vibreranno le vene del cielo. Quei rami
in un’area dello sguardo sono condotti, temo.
È vero,
continuamente l’acqua riporta al feto.
Amo assaggiare la pioggia
e lascio che scorra sulla lingua mia madre,
mio padre, i miei fratelli, con il sangue
antecedente i demoni di adesso.
Alle venti conviene
siano scioti i minerali degli orologi
per rigenerare i sensi; apro le braccia e dico alla casa:
non sono ancora entrato e già mi prendi.
Passo dopo passo il tacco squama le pozze
che assemblano il vapore in grumi pungenti.
Immagino un superessere corpulento
a zonzo sui cumulonembi. Avverto
il suo piede freddo piegarmi la schiena.
Che venga il minuto segreto
e sia benedetta
l’acqua che libera il cristallo nella terra,
e stramazza le polveri e imbarca i batteri,
e quei platani
che non arringano gli alieni, ma li proteggono.
Sia data alla nuvola
il carico della sonnolenza e l’affanno
quando via Palestro risale lo scheletro,
prende la città dal calcagno e la mantiene
nell’acqua, in quel punto una freccia la ferma.
Il rumore deliberato dei nomi
usa la geografia indispensabile all’eco. L’eco che avverto
è un prodotto della mia distanza da essi.
Viene da me, come è detto nel manuale d’uso:
le consegne di pesi eccessivi vanno effettuate
prima delle venti.
Subito dopo
inizia il minuto segreto in cui le lancette
si liberano del tempo corpulento.
trova posto tra tanti argomenti.
In giro c’è stanchezza, per una debole ripresa
del freddo. Un minuto segreto aiuta
intorno alle venti.
È grottesco:
guardo il cielo e capisco
come siamo compresi. Arriva fino ai piedi
e ci contiene. Non tutto chiede spazio,
benché stretto qui dentro.
Piove,
i ripari si stringono alle facciate
più di quanto occorra. Oppure incassi
il capo e anche tu riduci la superficie esposta.
Non spero nel platano.
Mi vede alieno, quindi si mantiene freddo.
Non si oppone, ma l’albero è dinamico,
segue la corrente: qualsiasi bocca di vento
opprima il sacro cerchio annuale o il gusto
elastico del legno per le forme incensurate,
certifica la supremazia del verde.
Se riesci a battere il tronco, e occorre vigore,
vibreranno le vene del cielo. Quei rami
in un’area dello sguardo sono condotti, temo.
È vero,
continuamente l’acqua riporta al feto.
Amo assaggiare la pioggia
e lascio che scorra sulla lingua mia madre,
mio padre, i miei fratelli, con il sangue
antecedente i demoni di adesso.
Alle venti conviene
siano scioti i minerali degli orologi
per rigenerare i sensi; apro le braccia e dico alla casa:
non sono ancora entrato e già mi prendi.
Passo dopo passo il tacco squama le pozze
che assemblano il vapore in grumi pungenti.
Immagino un superessere corpulento
a zonzo sui cumulonembi. Avverto
il suo piede freddo piegarmi la schiena.
Che venga il minuto segreto
e sia benedetta
l’acqua che libera il cristallo nella terra,
e stramazza le polveri e imbarca i batteri,
e quei platani
che non arringano gli alieni, ma li proteggono.
Sia data alla nuvola
il carico della sonnolenza e l’affanno
quando via Palestro risale lo scheletro,
prende la città dal calcagno e la mantiene
nell’acqua, in quel punto una freccia la ferma.
Il rumore deliberato dei nomi
usa la geografia indispensabile all’eco. L’eco che avverto
è un prodotto della mia distanza da essi.
Viene da me, come è detto nel manuale d’uso:
le consegne di pesi eccessivi vanno effettuate
prima delle venti.
Subito dopo
inizia il minuto segreto in cui le lancette
si liberano del tempo corpulento.
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