Scritto da © ferdigiordano - Lun, 17/06/2013 - 10:34
Un pelo dall’acqua più fredda si alza la paratia
nell’aria
La nave galleggia a vampa sul mare
La nave la nave che grido: diavolo! Bollente
accosta al bianco il fianco e stanca
del golfo riduce lo specchio a riflesso
Di notte sulle creste vanno solo accidenti
come sonoro del mare - soprannomi
trasparenti che sbarcano il lunario
tra le perchie: ehi carrafiello! Ammazzacani!
Tripolino!
La fata della nave
è magia tremula sull'orizzonte di vetro
Il vetro con tutto il mare nel golfo riflesso
Il mare non distingue le ferite e sgorga umore di sale
Una fontanella gocciola e fa male
eppure il fantasma - la nave morgana -
salpa in quell’attimo dal vetro alla terra:
zac! sparita ed io terrestre magnete della terra
indico ai pesci la svolta nel miraggio
Ricordo il mio Comandante salpato in salita
Quel mare a scale nel fianco della costa
Acqua dura acqua di sale acqua che risale
che fa male la nave
che lo indusse a partire
Lui da quel punto ancora dice:
marinaio sei già passeggero dove dirigi?
poi diventi sartia verricello che regge la vena e l’addio
L'orologio è un'elica e spinge all’approdo più calmo
qui torna a nuoto un riflesso
somiglia al relitto.
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