Scritto da © ferdigiordano - Gio, 15/12/2016 - 10:43
L’aria che passa su un fiore, e prende o lascia
informazioni di semi meglio delle impronte
di orme in terra, non tiene conto di ciò che vede.
Strappa l’esimio bene, polline o malia in posa,
avanza respiro in quel vago sentore che riconosco profumo
di sopravvivenza, ingente all’olfatto, all’ordito dei luoghi
composti di odori come coltelli da lancio – e così sia.
Tu sai che la rosa non dichiara lo scontro
con la verbena, né il glicine
può imbracciare il fucile contro l’edera
o i pioppi usare la forza verso il frumento tenero,
insomma, sembrano calmi
il giardino di casa, le foreste, le savane,
i boschi, i fondali del tirreno, tuttavia la pace
lì non è: qualsiasi specie aggredisce i dintorni
e insinua trincee con fanterie contorte,
si attaccano nelle gallerie segrete.
Davvero l’aria assiste a venti di guerra
qualsiasi cosa manifesti una vita sola.
Se credi di poter riposare alla fine di questa
in un prato o in una costola del golfo, pensa
alle battaglie che alimenti chiudendo gli occhi.
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