Scritto da © ferdigiordano - Ven, 19/10/2012 - 13:26
Tu credi che io sia in questo foglio l’angolo
il bosco raso, ceduo, dei led. Elettrico
finchè si vuole, ma esangue.
Vedi scorrere pixel? Non puoi, mi muovo
mi muovo senza la misericordia degli assi: non
identificabile nel punto e, certo, venendo meno al
cielo dalle congreghe del respiro
dai riti delle cupole, ma sarei
nel mistero che accende il bianco
e non si capisce come.
Sono io
il segnale che non viaggia abbastanza
tripode orecchiuto, forse così più condiviso.
Sono, come intuisci
come opportunamente sostieni, evidenzi
goffo tasto, il tentativo
dell’apparenza, il sembiante dell’[omissis]
virtuale.
L’altro, il condotto oscuro, genera
visioni improbabili, eppure mai
ti bacerà quanto da qui.
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