Scritto da © Hjeronimus - Sab, 25/09/2010 - 21:19
Com’è, ti piace la pioggia? Oggi che era pieno di sole e vagavo con una barca nella testa che sciabordava sotto cascate di pioggia cromatica, in mezzo ai verdi prati ove i miei piedi pellegrinavano, alla ricerca di niente, mentre in me la pioggia pioveva le sue goggiole dorate e non potevo che osservarla ed ascoltarla... c’eran suoni, in quel piovere, sotto al sole,
che suonavano come reminiscenze, come fiori della memoria ed ero come inebriato dai fiori profumati, dal sole, la pioggia, la musica, i prati… dov’ero io oggi sotto scrosci d’acqua assolati e in barca sul mare d’erba che s’increspava sotto il fresco vento profumato di un ricordare come noumeni piovuti sul mondo da un altro mondo, insperato e infatti impossibile e che pure batteva di pioggia la mia anima, già nondimeno battuta dai venti del rimorso e della sventura…
A me, se mi si manifesta qualcosa, è come tristezza che mi si manifesta. Il mio è un universo dolente, ove ogni cosa che parla, lo fa con rimpianto, lo fa disperatamente. Non c’è scampo. Neanche ciò che è felice, lo è davvero dentro questo universo, anche la gioia, persino lei, è velata dalla tristezza. Per forza ci deve essere un senso a tutto ciò. Non è possibile si tratti soltanto di tratti intrinseci. Ci deve essere tristezza dentro l’orizzonte, non perché ci sono qua io a notarlo. E’ solo che io osservo, annoto, che vedo l’orizzonte. Forse, chi non vede la tristezza, non vede nulla e indossa una triste maschera per mentire a se stesso la sua stolta felicità. Forse, soltanto la tristezza può rendere davvero felice la felicità.
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