La favola della bambina-donna che sa volare | Favole e Fiabe | giuseppe diodati | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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La favola della bambina-donna che sa volare

La bambina che sa volare è una bambina che vive su una casa in cima ad un grande albero.
In silenzio, seduta sul pavimento, le ginocchia al mento.
Guarda la finestra e le nuvole scaltre e furbe, le nuvole sono di una furbizia unica.
Le nuvole conoscono la sua storia e me l'hanno raccontata.
Imparò a volare che era una bambina, ma volare basso si deve, altrimenti la gente poi è invidiosa, come la maestra cattiva.
Ci sono tante maestre cattive sapete?
La bambina donna è diventata grande ed ha disegnato il mondo attorno a lei, lo ha fatto colorato insieme a un cantastorie di cui mi sfugge il nome.
Ha costruito lei la casa sull'albero, lui rideva mentre lei costruiva la sua bellissima casa.
- Sei mattissima le diceva, sei mattissima.-
Su quella casa scrive le sue canzoni, le sue poesie.
E' brava la ragazza che sa volare, molto brava.
Ha un gatto di nome Asdrubale, lo so che è un nome scemo, ma il cantastorie ha detto che era quello il nome giusto e lei, lei ha detto va bene.
Ora il gatto sta guardando le nuvole e le vuole prendere, Asdrubale è un gatto tutto matto, matto come il cantastorie, matto come un poeta.
La bambina che sa volare ora è donna, ma non lo guarda. Conta le sue mani, sono due e dieci sono le sue dita, dieci.
Potrebbe fare magie e ne vorrebbe fare una tanto strana, la magia del tempo, ma non le riesce.
Conta le dita e apre le mani, le mani che un cantastorie sta cercando.
Forse vi racconto anche cosa succede.
Asdrubale intanto si avvicina alla bambina donna che sa volare e le lecca le mani e guarda i suoi occhi.
Luccicano, chi sa perché.
Forse alcune stelle sgocciolose...forse...domani se volete vi racconto il resto, domani, forse.
 
La bambina che sa volare colora tutte le foglie del suo albero.
Gialle, rosse , blu, gialle, indaco, arancione...quelle arancione le piacciono tanto..
Asdrubale da la caccia agli uccelli e la bambina lo sgrida, ma Asdrubale è un gatto non un raccontafavole.
- Asdrubale smettila, non voglio che cacci le uova dal nido di tutti gli uccelli che nel nostro albero hanno creato il nido. Ti strappo tutti i peli se non la smetti.-
Il gatto si lecca i baffi e guarda la donna con aria sorniona, si la bambina ora è una donna.
Lei continua.
- Uffa mi distrai, debbo colorare tutte le foglie del mio albero, perché debbo ingannare il signore del tempo, per favore Asdrubale gioca con la palla di gomma che ti ha regalato il cantastorie.-
Dette queste parole, la bambina donna che sa volare lancia al gatto una palla colorata di giallo e continua a colorare le foglie del suo albero.
In piedi sul tetto della sua casa sull'albero.
Un fringuello la guarda e sorride, come poi facciano a sorridere il fringuelli non si sa.
Il cielo è blu e alcune foglie colorate allo stesso modo quasi si confondono.
Sta venendo proprio un bel lavoro pensa e continua.
 
La bambina che sa volare ritorna nella sua casa sull'albero.
Tutta sporca di colore, le foglie sono venute bene e ora il suo albero ha davvero tanti colori.
Asdrubale sta bevendo del latte in una ciotola e la guarda di nascosto.
Un gatto molto furbo Asdrubale, la bambina che sa volare lo sa.
La porticina della casa si apre ed ecco che entra un ragazzino di undici anni.
Magro come un chiodo e con gli occhi quasi impauriti che la guarda.
-Ciao signora.-
La bambina che sa volare si scoccia se la chiamano signora anche se ora è diventata grande.
-Bello il tuo albero tutto colorato sai?-
-Grazie bambino ma tu chi sei?-
Il bambino non risponde e si avvicina al gatto.
- Bello il tuo gatto, si chiama Asdrubale vero? me lo ha detto il Cantastorie.-
La bambina che sa volare e che ora è donna, spalanca gli occhi, mentre un scoiattolo con la coda sporca di vernice blu si affaccia alla finestra.
Il bambino magro come uno stecchino guarda una palla di vetro colorato sulla credenza, una di quelle palle che se le rovesci sembra che nevichi.
- vuoi ingannare il Tempo vero Bambina-Donna che sa volare?-
Lo scoiattolo fa cadere la palla di vetro che si rompe e il gatto, il gatto cerca di catturarlo, ma lo scoiattolo corre via dalla finestra.
- Per colpa tua bambino magro, per colpa tua ora non ho più la sfera magica con la neve. -
Il bambino magro guarda fuori dalla finestra.
- sono venute davvero bene le foglie sai? quanti colori. Di sicuro ora il tempo si sbaglierà e la tua casa sull'albero sarà fuori dal tempo.-
La bambina donna che sa volare è molto contrariata ora.
- Sei magro come un chiodo e sei alto per i tuoi 11 anni, ma chi sei e cosa sai del Cantastorie, vagabondo, nullafacente?-
Asdrubale il gatto salta sul davanzale della finestra e si fa grattare il muso dal ragazzo magro.
Il bambino parla con il gatto Asdrubale.
- Gatto, gattaccio come chi sono? sono uno fuori dal tempo, un bambino triste che tutti prendono in giro e che a volte viene picchiato, ecco perché ho imparato a raccontare le favole. Tu lo sai vero Asdrubale. Tu sa tutto perché tu non sei un gatto, no. -
La bambina che sa volare, piange.
Seduta per terra, le ginocchia sul mento.
Ora è sola nella stanza non c'è nessuno.
Il gatto è sul ramo a caccia di uova d'uccello, a caccia di sogni a caccia di tutto.
Le foglie colorate ora brillano al cielo e lui, Asdrubale sogghigna perché, perché è lui il signore del tempo.
 
La bambina che sa volare si arrabbia con il bambino magro, si arrabbia con Asdrubale è dunque il gatto il vero signore del tempo? Così scende dalla sua casa in cima all'albero e il bambino la segue.
- senti bambino vattene, mi hai stufato, prenditi pure Asdrubale il mio gatto, vattene non voglio più vedere te o lui.-
Il bambino la guarda con aria strafottente.
- dove andrai ora bambina-donna che sai volare? in cerca del Cantastorie? cerchi lui ? ti sei arresa?-
La bambina donna è furiosa.
-Sei un cretino, non capisci nulla, sei un bambino magro e sei brutto vattene, non debbo spiegarti nulla.-
Il gatto Asdrubale si struscia sulle gambe del bambino, che per un momento sembra quasi volersi mettere a piangere.
La bambina che sa volare si allontana senza voltarsi lungo il sentiero.
Cammina, cammina arriva al limitare del bosco e vede un piccolo paese.
Il nome del paese è su un cartello.
Paese del Supercioccoloso abitanti attuali 453 gatti 12 cani 2 criceti 1 pesci rossi 4 e formiche da cortile 1.300.212.001.
 
Chi non è mai stato nel paese di Supercioccoloso non lo sa, nemmeno la bambina donna che sa volare sa che gli abitanti di quel paese sono tutti matti.
Pensate che non fanno altro che scrivere poesie e raccontarle e spesso fanno persino finta di essere contentissimi di leggerle.
Ora non ho idea di come tutto questo sia potuto accadere, la leggenda dice che un tempo passò da quelle parti un cantastorie e insegnò agli abitanti a scrivere poesie. Che sia lo stesso che la bambina-donna che sa volare stia cercando? Potremmo chiederlo ad Asdrubale, ma il gatto ha sapientemente evitato quel paese, anche per non far cambiare il cartello all'ingresso.
Insomma appena la bambina chiede a qualche abitante notizie del cantastorie ecco che, uomo o donna che sia, questo gli parla con una poesia. Non necessariamente in rima, no ma pur sempre in poesia. All'inizio la cosa appare molto divertente ma, arrivata l'ora di pranzo e vistasi servire una poesia al posto di una fetta di prosciutto, la bambina decide di andare oltre.
Una cosa però le viene rivelato. Per trovare il cantastorie deve attraversare il lago delle lacrime ghiacciate, lago che ha uno strato molto sottile di ghiaccio.
Indovinate chi trova proprio davanti al lago? Come Bruno Vespa? ma nooo come vi viene in mente, pure li no. Trova il bambino magro e il gatto Asdrubale che sapevano benissimo dove andare.
- ma voi due disgraziati siete già qui?-
- certo bambina donna, mica siamo sugli alberi di foglie o tra le poesie noi due.-
La bambina donna, a cui bisognerà dare un nome prima o poi, digrigna i denti molto arrabbiata.
Il bambino continua.
- Io sono magrissimo e posso scivolare sul ghiaccio, il gatto anche, ma tu come farai a passare il lago?-
La bambina alza le spalle e risponde con molta prosopopea. 
La bambina donna dicevamo, con molta prosopopea e alterigia alza le spalle e dice.
-non ti curar di questo, Stecchino, altrimenti con un soffio di faccio volare. Piuttosto passate il lago voi due che per me ci penso io. Nella vita ho sempre fatto tutto da sola, non ho certo bisogno di voi due per fare ciò che voglio e come voglio.-
A queste parole, il bambino magro, quasi pattinando attraversa il lago delle lacrime con molta eleganza e scioltezza.
Il gatto Asdrubale fa per seguirlo, ma non è altrettanto elegante, anzi è un gatto, come voi ben sapete, alquanto patuffoloso e cicciottello.
Così al posto di scivolare con eleganza ecco che si mette di pancia, poi si rigira, poi inizia a rovesciarsi sino ad arrivare a colpire il bambino magro che per poco non rompe il ghiaccio.
I due mezzo aggrovigliati arrivano alla fine del lago con un gran ruzzolone.
La bambina che sa volare ride e ride che non si regge dal mal di pancia.
Si piega in due e poi per un attimo si preoccupa, che questi due scemi non finiscano dentro il lago gelato.
Ecco che finalmente arrivano dall'altro lato.
La bambina al posto di pattinare ecco che inizia a correre, corre sulla superficie del lago, ma corre stando a pochi centimetri dalla lastra di ghiaccio.
Il suo volo è leggero come il suo cuore e non pesa.
Il bambino stecchino la guarda incantato mentre il gatto invece si lecca via il ghiaccio di dosso.
Finalmente riuniti riprendono la loro strada, in silenzio, che poi vorrei vedere un gatto che parla.
Ecco che arrivano davanti a una montagna e sotto un cartello.
Montagna delle quattro lune, pedaggio 4,00 € Gatti scemi gratis Bambini magri gratis solo il giovedì.
 
-Montagna delle quattro lune, che razza di nome, oltretutto si paga per accedere, forse dovremmo andare oltre bambino magro.-
Mentre pronuncia queste parole la bambina-donna che sa volare, Asdrubale il gatto s'infila sotto la sbarra d'ingresso ed entra in una galleria nella montagna.
Il bambino magro e la ragazza si accorgono che c'è una ragazza all'ingresso che ha un cappello da guardiano sulla testa e dei biglietti in mano.
- Volete entrare? dovete pagare il biglietto e anche il bambino magro visto che oggi non è giovedì.-
Chi parla è una ragazza sugli undici anni anche lei con una targhetta con la scritta Alessia sulla maglietta celeste ed ha un'aria molto professionale e molto dispettosa.
-Allora visitatori 4,00 €, bambini magri se simpatici 3,00 € se antipatici 5,00 € e gatti scemi nulla ma quello mi sembrava molto intelligente per cui fanno 11,00 €.-
La bambina mastica una gomma con un'aria di sfida.
La bambina che sa volare si avvicina e la riguarda bene.
- Ma sei Alessia, mia cugina, ma dai Ale non fare la scema mica mi vorrai far pagare?-
Ale ride come una matta.
- Volevo vedere se mi riconoscevi, ehi ma che faccia da scemo ha il tuo amico.-
-Dai Ale non dire così, non fare la solita antipatica e sta buona con la gomma non attaccarla al ragazzo che ti conosco. Senti Ale ma sono quattro lune? Ma che posto è?-
Alessia guarda sua cugina e scuote la testa.
- Cerci il cantastorie vero? il vagabondo ahah ma sei ancora innamorata di lui? ma dai dicevi di no. Lo troverai su una della quattro lune non posso dire altro, dai entrate che quel gatto da solo potrebbe combinare guai. -
Detto fatto la ragazza apre la sbarra e i due nostri amici possono entrare dentro la montagna.
Salgono una lunga scalinata ed ecco che trovano una porta di vetro ed una terrazza.
Nel cielo vi è una grande luna gialla ed un civetta è appollaiata su un ramo.
Il tutto ha un'aria molto sinistra.
Nel cielo volano vampiri e si sente un ululato alla spalle.
Una voce alle loro spalle li fa sobbalzare.
 
Una voce che ha qualcosa di sinistro.
La porta del balcone si chiude e davanti alla porta un uomo che sembra appena uscito da un sacco di farina.
Labbra rossastre e capelli ritti sulla testa.
Occhi grandi.
- Bambina - donna che sai volare sei venuta alla luna del terrore, quella dei lupi mannari, quella dei vampiri e delle streghe ahah non uscirai da questo posto.-
Il bambino magro stringe a se il gatto e non dice nulla.
La bambina-donna prende fiato e cerca di trovare il giusto coraggio e gli risponde.
- Chi sei brutto sfarinato, potresti farti una lampada al posto di dire baggianate, non ti farebbe male. Cerco un amico, ma non è qui per cui spostati che usciamo.-
L'uomo del terrore sorride e mostra due grossi canini.
- fai la coraggiosa, ma sento il tuo terrore, sento il tuo sudore, sento la tua paura.-
La bambina ha paura sul serio, ma non vuole mostrarlo.
-Accidenti che canini che hai, sai che quello destro sembra cariato? se vuoi ti do l'indirizzo di mio zio che fa il dentista ahah .-
Il vampiro allarga le braccia, ammira la bambina, ma ha un ruolo da difendere, mica può farsi fermare da una bambina-donna.
Si avvicina rapidamente alla bambina e si prepara a mordergli il collo, ma proprio in quel momento il bambino magro allarga le braccia e libera il gatto.
Il gatto Asdrubale salta addosso al vampiro e lo graffia al petto.
Un urlo terribile e il vampiro scompare.
La porta d'uscita dal balcone si spalanca e i tre nostri amici escono di corsa da quel posto terribile.
Una lunga scale li porta ad un altro balcone.
Una luna bellissima, grande e magica è in questo cielo.
La porta del secondo balcone si chiude sia quella da cui sono venuti che quella davanti a loro.
- Che luna è questa bambino magro secondo te?-
Il bambino magro guarda la luna, riprende il gatto in braccio e sorride.
-Sei tanto coraggiosa quanto sciocca, possibile che non capisci che luna è?-
Il gatto Asdrubale gli lecca la mano.
 
-Stupida che sei, non capisci nulla.- Prosegue il bambino magro.
- Non vedi come è grande? é la luna degli innamorati. Vedi, io per esempio ci vedo il volto della donna che amerò quando sarò grande.-
La bambina-donna solleva le spalle scocciata, mentre il gatto Asdrubale guarda se per caso vi sia una gatta da quelle parti.
La ragazza cerca di aprire la porta di uscita ma nulla, come al solito non si apre.
Deve fare qualcosa, ma cosa?
Una musica fatta dal vento contro i rami di una grossa quercia attira la sua attenzione. Giù si vedono dei ragazzi che si tengono per mano.
Del menestrello non si vede alcuna traccia, evidentemente non è questa la luna giusta.
La bambina donna non è, come voi ben sapete, persona dotata di molta pazienza, così sapete cosa fa?
Raccoglie un pezzo di piastrella che è sul balcone e lo lancia a tutta forza contro la luna.
Accidenti, uno schianto terribile e la luna si rompe in mille pezzi.
Alcuni cadono persino sul balcone e il gatto Asdrubale si mette a leccarli.
- Stupida, che hai combinato? e ora ? - Il bambino magro è molto preoccupato.
Eppure, proprio in quel momento la porta di uscita si apre e i nostri amici possono andare verso la terza luna.
Il gatto Asdrubale è il primo ad entrare sul balcone della terza luna, seguito dal bambino magro e dalla donna bambina.
Questa volta davanti a loro non vi è la solita porta chiusa dell'uscita, ma un ponticello che sembra di cristallo e che porta ad una altro balcone.
In basso una folla di persone che guarda la luna.
Una luna che somiglia a quella degli innamorati solo che è rossa.
Una luna di tramonto.
La bambina donna la guarda senza mostrare un grande interesse, guarda piuttosto se tra la folla in basso vi sia il cantastorie, ma per quanto si possa sporgere, per quanto possa vedere, non è tra tutte quelle persone.
Questa volta però il balcone non è vuoto.
Seduta ad una sedia a sdraio Alessia, la bambina bigliettaia dell'ingresso sta masticando una gomma e legge un fumetto.
- Beh, che Luna è questa Alessia? il cantastorie non lo vedo, ma tanto lo sapevo che prima della quarta luna non lo avrei trovato. Almeno in questa non vi sono i vampiri o gli idioti innamorati della seconda. Ehi dico a te Ale. -
La bambina con aria strafottente, posa il fumetto e le risponde.
- Sei molto antipatica.-
-Mai quanto te. - Le risponde la bambina donna.
- Sei antipatica e sciocca, questa è la luna degli scrittori, la luna che ispira i poeti e gli scrittori e non è la stessa degli innamorati, difatti codesta è rossa.-
La bambina donna guarda la luna e prende una piastrella da per terra.
- cosa vuoi fare bambina donna che sapeva volare, rompere anche questa luna? non ti è bastato rompere l'altra?-
La ragazza posa il sasso e chiede.
- Bene allora cosa debbo fare ora?-
Alessia si alza e indica il ponte di vetro.
- Tu proprio non ragioni, questa è la luna del silenzio, non devi fare nulla, nemmeno del rumore, devi ignorarla e proseguire sul ponte di cristallo, facendo attenzione a non cadere giù o ti fai molto, ma molto male. Arriverai alla quarta luna e forse troverai quello che cerchi, forse no.-
La bambina donna solleva le spalle.
- cadere io? ma sei sciocca? io so volare, corro a pochi centimetri dal cristallo e non cado perché volo, te lo sei scordato piccola saccente sciocchina?-
Alessia scoppia in una sonora risata.
- Sciocca sei tu, non sai più volare, hai rotto la luna dell'amore e ora non puoi più volare e ti assicuro che puoi farti molto, ma molto male, se cadi giù.-
La bambina prova a fare qualche passo sul balcone cercando di sollevare i piedi da terra e all'improvviso scopre di non saper più volare.
La traversata del ponte di cristallo, sarà molto, ma molto pericolosa.
Asdrubale tutto baldanzoso salta sul ponte e cammina sicuro sino a scomparire dalla vista.
Il bambino magro, allarga le braccia e cammina come su un asse di equilibrio.
La bambina si accinge a compiere la traversata, ma proprio in quel momento.
Il gatto Asdrubale è il primo ad entrare sul balcone della terza luna, seguito dal bambino magro e dalla donna bambina.
Questa volta davanti a loro non vi è la solita porta chiusa dell'uscita, ma un ponticello che sembra di cristallo e che porta ad una altro balcone.
In basso una folla di persone che guarda la luna.
Una luna che somiglia a quella degli innamorati solo che è rossa.
Una luna di tramonto.
La bambina donna la guarda senza mostrare un grande interesse, guarda piuttosto se tra la folla in basso vi sia il cantastorie, ma per quanto si possa sporgere, per quanto possa vedere, non è tra tutte quelle persone.
Questa volta però il balcone non è vuoto.
Seduta ad una sedia a sdraio Alessia, la bambina bigliettaia dell'ingresso sta masticando una gomma e legge un fumetto.
- Bhe, che Luna è questa Alessia? il cantastorie non lo vedo, ma tanto lo sapevo che prima della quarta luna non lo avrei trovato. Almeno in questa non vi sono i vampiri o gli idioti innamorati della seconda. Ehi dico a te Ale.-
La bambina con aria strafottente, posa il fumetto e le risponde.
- Sei molto antipatica.-
-Mai quanto te.- Le risponde la bambina donna.
- Sei antipatica e sciocca, questa è la luna degli scrittori, la luna che ispira i poeti e gli scrittori e non è la stessa degli innamorati, difatti codesta è rossa.-
La bambina donna guarda la luna e prende una piastrella da per terra.
- cosa vuoi fare bambina donna che sapeva volare, rompere anche questa luna? non ti è bastato rompere l'altra?-
La ragazza posa il sasso e chiede.
- Bene allora cosa debbo fare ora?-
Alessia si alza e indica il ponte di vetro.
- Tu proprio non ragioni, questa è la luna del silenzio, non devi fare nulla, nemmeno del rumore, devi ignorarla e proseguire sul ponte di cristallo, facendo attenzione a non cadere giù o ti fai molto, ma molto male. Arriverai alla quarta luna e forse troverai quello che cerchi, forse no. -
La bambina donna solleva le spalle.
- cadere io? ma sei sciocca? io so volare, corro a pochi centimetri dal cristallo e non cado perché volo, te lo sei scordato piccola saccente sciocchina?-
Alessia scoppia in una sonora risata.
- Sciocca sei tu, non sai più volare, hai rotto la luna dell'amore e ora non puoi più volare e ti assicuro che puoi farti molto, ma molto male, se cadi giù.-
La bambina prova a fare qualche passo sul balcone cercando di sollevare i piedi da terra e all'improvviso scopre di non saper più volare.
La traversata del ponte di cristallo, sarà molto, ma molto pericolosa.
Asdrubale tutto baldanzoso salta sul ponte e cammina sicuro sino a scomparire dalla vista.
Il bambino magro, allarga le braccia e cammina come su un asse di equilibrio.
La bambina si accinge a compiere la traversata, ma proprio in quel momento.
Un paesaggio molto colorato le appare davanti, un mondo pieno di colori.
Animali che corrono nella pianura, un bosco verdissimo, una collina dove si intravvedono marmotte e conigli e un piccolo laghetto dove saltano dei pesci.
- Non pensi che sia il caso che tu ti faccia un bagno.- le dice Alessia.
La ragazza è tentata, ma è anche stupita.
- dove ci troviamo? dove è la quarta luna?-
A risponderle è il bambino magro.
- E' chiaro, questa è la quarta luna e noi ci siamo sopra, la luna colorata del silenzio. Almeno credo.-
- Vedete di voltarvi tutti che mi faccio un bel bagno.-
Decide alla fine la ragazza.
Asdrubale il gatto si lava il muso soltanto.
Due cerbiatti si avvicinano per bere.
Appena esce dal lago, Alessia le da un asciugamano e dei vestiti puliti.
La bambina donna indossa stivali bassi, jeans, una maglietta celeste e si mette un nastro tra i capelli.
La quarta luna, la luna del silenzio.
Anche se la natura non è mai silenziosa, mille e mille sono i rumori della natura.
La bambina donna è così felice ora che si mette a correre e...meraviglia delle meraviglie ecco che di nuovo riesce a volare, appena a pochi centimetri dal suolo, ma riesce a volare.
Intanto un grande cerchio appare dietro la collina dei conigli e della marmotte.
- La terra, che bella!- Urla il ragazzo magro.
C'è un sentiero e i nostri amici decidono di seguirlo.
A dire il vero è Asdrubale il gatto il primo che decide di seguire il sentiero.
Il cantastorie deve essere alla fine del sentiero visto che questa è la quarta luna. Pensa la nostra protagonista.
Ecco che una figura appare davanti a loro.
Un cavaliere appiedato, con tanto di elmo e pennacchio.
Come si avvicina però ecco che la donna bambina si rende conto di come sia davvero.
- ma è un cavaliere di carta! che buffo!-
E inizia a ridere e a ridere.
- ti faccio tanto ridere? cosa ho di così buffo? il pennacchio è storto forse?-
- no, no ma sei di carta.-
Il cavaliere risponde.
- sono un personaggio del cantastorie e sono venuto a prendervi per condurvi da lui.-
Fa un inchino e si prensenta.
- Sono Orlandinus figlio di una impronta d'Orlando rimasta impigliata in un sasso tanto tempo fa. Badate di non farmi arrabbiare o ve la farò scontare. Orsù seguitemi, brutta masnada di impiccioni, se fosse per me vi porterei alle prigioni.-
Il guerriero di carta, sottile come un foglio di carta, che altrimenti che guerriero di carta sarebbe? Guida la compagnia verso l'incontro con il cantastorie.
Il bambino magro ha raccolto un bastone da terra e tutto allegro lo segue da vicino.
Alessia sta accanto alla bambina donna mentre in gatto Asdrubale non lascia un solo istante la sua padrona.
Il paesaggio è multicolore, l'aria profumata e tutto appare come in una fiaba.
Come in una fiaba? Uhm ma nelle fiabe ci sono i cattivi alle volte.
Improvvisamente Orlandinus si ferma e inizia a tremare come una foglia.
Che poi in verità trema come un foglio di carta.
Qualcosa si sta avvicinando, qualcosa che mette una gran paura al guerriero.
- che succede? - chiede il bambino magro e continua.
- sento freddo, cosa assai strana sino ad ora faceva caldo. Tu mi sembri impaurito. Cosa succede in questa quarta luna Orlandinus?-
Il guerriero di carta risponde.
- Domande, sempre queste sciocche domande, sei nella luna della solitudine rispetta il silenzio di queste verdi lande. Umani sciocchi e presuntuosi che a volte appaiono alquanto noiosi. Se ci fosse qui il prode Orlando con il suo spadone, vi taglierebbe tutti a fette come un melone. Zitti non parlate che sta arrivando la signora delle ballate.-
Finito che ha di dire queste parole ecco apparire da dietro una grande quercia una donna tutta vestita di bianco. I suoi capelli sono biondi, il suo corpo atletico e sinuoso, alta e sorridente. Insomma una bella donna eppure ha qualcosa, che sconvolge tutti i membri della comitiva eccetto Asdrubale.
La donna si rivolge alla bambina donna che sa volare.
- Ciao, ero curiosa di conoscerti, principessa della casa sull'albero. Il cantastorie parla spesso di te.
Vedo che quello che dice risponde al vero, sei davvero incantevole principessa, davvero sei la donna che lui descrive. Anche i tuoi nei sul viso e i tuoi capelli fatti d'onde di un mare arabo.
Vorrei avere il piacere d'invitarvi tutti a pranzo oggi, venite, seguitemi.-
Il tono della donna non ammette obiezioni.
Anche Alessia sembra incantata, lei che è immune da tanti incantesimi sembra stregata.
Asdrubale ha il pelo diritto e soffia, ma non si stacca dalla sua padrona.
Orlandinus si avvicina alla bambina donna che sa volare.
- dobbiamo seguirla per ora, non possiamo fare altrimenti potrebbe costringergi a seguirla. Nemmeno il cantastorie può opporsi al suo volere.-
- Orlandinus ma chi è questa donna? E' forse un nuovo amore del cantastorie?-
Orlandinus, che ora non parla in rima, abbassa il viso.
- La sua amante? in un certo senso potrebbe essere vero.-
La bambina donna ha un moto di stizza, un moto di forte fastidio, ma è proprio la dama biance che le si avvicina.
- non ascoltare le voci della gente, quel che io sono tu vedrai.-
Ecco che davanti a lora appare una casa bellissima, una vaga somiglianza con un castello della Loira. Marmo bianco, guglie rosa e fiori a bizzeffe nei giardini. Statue di marmo e fontane multicolori.
Due maggiordomi vestiti di nero e una ragazza con un abito sgargiante vendono ad accogliere i visitatori.
La bambina donna si rivolge di nuovo alla dama.
- un posto bellissimo signora, posso sapere il suo nome?-
La dama le rivolge un sorriso splendido e quasi con un filo di voce le risponde.
- il mio nome è...Follia.-

 

Il castello era davvero bellissimo e la bianca signora dolce e suadente.
Potevano fare tutto quello che volevano, persino camminare con le scarpe sul letto o mettere in disordine le camerette senza che nessuno strillasse.
Alessia poi si stava divertendo da matti.
Faceva scherzi a tutta la servitù e nessuno si arrabbiava anzi ridevano, ridevano tutti, anche Alessia rideva e il bambino magro non le sembrava poi antipatico.
La bianca signora portava la bambina donna a cavallo, non aveva mai cavalcato ed era una cosa piacevole.
Il mondo aveva mille colori, anzi di più e c'era sempre il sole sulla luna mai una goccia di pioggia, come potessero stare bene tutte quelle piante era un bel mistero.
L'unico a non essere felcie era Orlandinus il cavaliere di carta, lui sottile come un foglio non si dava pace e non avendo altri con cui parlare si sfogava con il gatto Asdrubale.
- ma che fanno? dimmi che fanno? un giorno va bene, ma sta passando troppo tempo, troppo. Il cantastorie ci sta aspettando, che penserà di me? povero me, povero me. E tu stupido di un gatto non dici nulla.-
Il gatto sembrava quasi che lo stesse ascoltando, muoveva la coda e lo fissava.
- Capisci Asdrubale, stare con la bianca signora un pochino è anche bello, lei è creativa simpatica, ma lo sa il mio signore cantastorie cosa vuol dire starle troppo accanto o peggio.-
Le ultime parole le sussurrò, quasi per non farsi sentire.
- peggio innamorarsi di lei, lei è affascinante e seducente ma povero colui che si innamora di lei, sunito entra nell'incantesimo sognante.-
Le cose andarono così per un po' di tempo, quanto tempo difficile dirlo, orologi a pendolo a cucù o a sabbia erano rari sulla luna.
Dopo un po' di tempo però, le cose iniziarono a cambiare.
Alessia era sempre nervosa e iniziò a litigare con il bambino magro.
- sei uno stupido, hai preso tu il mio flauto vero? anche la bambola di pezza che la signora mi ha regalato, non la torvo più.-
Il bambino magro era furioso.
- sciocca, che dici sei tu che mi hai rubato l'arco e le frecce e ai messo la gomma da masticare sul mio cuscino.-
Litigavano così per un nulla.
La bambina donna che sapeva volare, si accorse di essere sempre stanca e le passò la voglia di cavalcare, ora aveva sempre sonno e non aveva più appetito.
Orlandinus la scongiurava.
- Andiamo via principessa, andiamo via bambina donna, non riesci nemmeno a volare, via, via.-
La ragazza però non lo stava a sentire e diceva.
- domani, domani andiamo via ora ho sonno. -
Sembrava che fossero condannati a quella vita sino a che, un giorno, mentre erano a pranzo.
Asdrubale si stava strusciando contro le gambe della bambina donna e lei ora non lo accarezzava più.
A capo tavola la signora Follia sorrideva a tutti e li invitava a mangiare.
Quando, senza alcun preavviso, gatto Asdrubale saltò sul tavolo rovesciò la caraffa di vino, poi il contenitore della minestra e strappò con le unghie il vestito della signora bianca.
All'improvviso la donna si alzò, nessuna traccia di sorriso sul volto, i graffi del gatto le avevano provocato alcune ferite alle mani.
Il suo volto cambiò, improvvisamente era divenuta vecchia, i suoi occhi cupi e quasi fuori dalle orbite.
Rughe le erano apparse ovunque.
Alessia lanciò un urlo, ma il primo a reagire fu Orlandinus, prode cavaliere.
Puntò la sua spada di carta contro la signora e questa rimase immobile.
Il bambino magro stava quasi per ridere, di certo era buffo vedere una...strega perché questo ora era la signora follia, fermata da un personaggio di carta con la sua spada ridicola.
La bambina donna si riprese, come se si stesse svegliando da un sonno.
- via, via andiamo via da questo posto.-
I nostri amici si diedero tosto alla fuga.
Mentre Asdrubale e Orlandinus tenevano ferma la signora follia.
Via, via dal cancello, via, via dal castello e questa volta non si sarebbero fermati di certo sino al rifugio del menestrello.
Almeno questo pensavano.

Corsero e poi corsero a perdifiato e per non perdersi il gatto e Orlandinus li presero in braccio Alessia e la bambina donna che sapeva volare.

Le guardie del castello li lasciarono passare, quando si fugge dalla Follia i cancelli sono aperti sempre.
Arrivati che furono al passo dell'unicorno Orlandinus chiese di essere messo a terra.
- Mi hai tutto stropicciato bambina donna, sono un guerriero di carta che modi. Ci vuole creanza. Lo dicevo io al mio signore che gente come voi...-
La bambina donna rispose alquanto piccata.
- smettila, al posto di ringraziare fai tante storie, che maleducato.-
Orlandinus era un guerriero di molto permaloso, ma proprio di molto e decise di non parlare sino alla cima del passo.
Ecco che proprio in cima alla montagna c'erano due gallerie una rossa e una blu e una scalinata che scendeva sino  a valle.
- Ecco ora vediamo che volete fare, se avete o no coraggio.-
Disse Orlandinus e continuò.
- possiamo scendere a valle seguendo gli scalini, ma ci metteremmo tantissimo, oppure possiamo metterci nello scivolo. Il rosso o il blu e scendere velocemente sino a valle.-
Alessia alla fine disse.
- paura? caso mai hai tu paura. Dai ti prendo in braccio io e scendiamo.-
Detto fatto Alessia imbracciò il guerriero e iniziò a scivolare stando bene attenta a frenare ogni tanto per non prendere troppa velocità.
Il bambino magro prese Asdrubale e alla fine toccò alla bambina donna che sapeva volare.
All'inizio riuscirono a frenare al discesa, ma dopo un po' la cosa divenne impossibile.
Avevano fatto la cosa giusta o si stavano per ammazzare con quella discesa?
Come tutte le discese da parchi acquatici, dimenticavo che sciocco c'era l'acqua nei tubi, dicevo come tutte le discese dei parchi anche questa finì, più o meno come quella Kamikaze che sicuramente avete fatto anche voi.
Finirono tutti in un fiumiciattolo che sfociava in un grande lago.
Stranamente sentirono addosso un senso terribile di angoscia.
Quello infatti era il lago...
L'angoscia e il senso di sgomento che prendeva tutti. Sul lago c'era una nebbiolina leggera, appena a pochi centimetri sul pelo dell'acqua.
Alessia fu la prima a riprendersi.
- presto poggiamo Orlandinus sull'erba deve asciugarsi, un guerriero di carta se si bagna poi potrebbe strapparsi e sarebbe la fine.-
Così fecero.
La bambina donna chiese ad Alessia.
- Alessia perché mi sento così triste? ho un forte senso d'angoscia non ne capisco l'origine.-
Alessia non rispose subito, prese tempo e poi disse.
- Debbo andare via a questo punto, non mi è concesso andare avanti, debbo tornare all'ingresso della montagna delle quattro lune. -
- No, no Alessia non andare via non lasciarci, fai un altro pezzo con noi.- La supplicava la ragazza, ma il bambino magro le poggiò una mano sulle spalle e le disse.
- Lasciala andare, guarda, non vedi che sta tremando? Non può stare qui siamo vicini al rifugio del Cantastorie.-
Seppur allungato, anche il guerriero di carta Orlandinus volle dire la sua a riguardo.
- si ragazza Alessia deve andare, è la legge lei non può avvicinarsi in questa parte della luna. Siamo quasi alla grande fionda, non può proseguire, io sono quasi asciutto e tra poco possiamo proseguire il viaggio, ma lei no. -
Alla bambina donna sembrò quasi di scorgere una lacrima negli occhi di Alessia, ma fece finta di nulla.
- Almeno prima dimmi che lago è mai questo e perché siamo tristi?-
Alessia stava già per andarsene e il gatto le stava facendo le fusa alle gambe quando rispose.
- Questo è il lago degli amori perduti, in questo lago finiscono tutti gli amori che terminano con dolore. Per questo le sue acque sono immobili, ma grigie e spente e nessun pesce può vivere in queste acque, il sentiero passa lungo le sue sponde sino alla fionda e poi dovete andare avanti ancora solo un pochino. Su bambina donna ora puoi fare senza di me, io vado, chi sa se mai ci rivedremo.-
Senza aggiungere altro, Alessia iniziò a salire la lunga scala di pietra che la riportava in alto.
La voce del bambino magro la salutò.
- Alessia, io so il tuo nome vero, lo so e posso dirlo.-
La bambina si fermò un attimo sui gradini senza voltarsi e aspettò.
Il guerriero di carta sollevò la spada in segno di saluto.
- io so il tuo nome Alessia.- Continuò il bambino magro. -il tuo nome è Fantasia.-
La compagnia riprese il cammino verso la grande fionda.
La nostra compagnia proseguiva mesta per la sua strada, il sentiero costeggiava il lago e non era possibile lasciarlo.
Alte canne da entrambi i lati avrebbero reso impossibile il cammino. Il senso di tristezza era aumentato dal fatto che Alessia fosse andata via. Si erano abituati alla sua presenza, anche il bambino magro che faceva tanto il cinico, anche se non l'ammetteva sentiva la mancanza di Alessia. L'unico che non si curava di nulla era il gatto Asdrubale. Ogni tanto catturava cavallette e grilli e si assicurava il suo pasto.
A un certo punto, sentirono un gran boato.
Proveniva dal grande scivolo.
C'era molto fumo e quando questi si diradò ecco che una scena sconcertante apparve ai loro occhi.
Il grande scivolo non c'era più.
Non potevano tornare di certo indietro.
Due risate agghiaccianti riempirono l'aria.
Orlandinus tremava come una foglia-  ci hanno seguito, ci hanno seguito oh poveri noi.-
- Chi ci ha seguito guerriero di carta? chi? di chi stai parlando?-
Orlandinus continuava a tremare e la bambina donna avrebbe voluto mollargli uno schiaffo che quando serve...ma si può prendere a schiaffi un guerriero di carta?
- dai non fare lo scemo, calmati Orlandinus e dicci chi ci ha seguito.-
Il cavaliere prese fiato e balbettando rispose.
- La strega Multicolore e la Dama Bianca Follia ci hanno seguito, vogliono trovare il cantastorie e non vogliono che tu lo raggiunga.-
La bambina donna prese fiato e coraggio.
- non ci avranno, abbiamo il nostro coraggio ed abbiamo Asdrubale con noi, se necessario combatteremo.-
Il bambino magro, si voltò per non farsi vedere, sorrideva ed era contento ma lei non poteva saperlo.
Il lago ora era agitato.
Spruzzi d'acqua grigia arrivavano a colpirli.
Il vento si era alzato e le canne davano un suono sinistro ora.
Il bambino magro prese in braccio il gatto, la bambina donna prese Orlandinus e si misero a correre.
Arrivarono ad una grande fionda vicino ad una casetta di legno.
La porticina della casa si aprì e la bambina donna sperò che fosse il cantastorie, ma si sbagliava quella che uscì dalla porta era una donna dai capelli rosso fuoco.

La donna dai capelli rossi aveva un sorriso dolce e sincero.

Indossava una veste lunga sino ai piedi di velluto ocra.
- Benventi, vi stavo aspettando ho preparato qualcosa da mangiare per voi.-
La casa era piccola ma accogliente e c'era il camino acceso con il fuoco che scoppiettava.
Un tavolo di legno con due scodelle una per la bambina donna che sapeva volare e una per il bambino magro.
A terra una ciotola per Asdrubale conteneva della carne.
C'erano quadri di paesaggi e laghi, solo che questi laghi non erano grigi come il lago dei perduti amori ma verdi e screziati di rosso.
La donna si avvicinò al bambino magro e gli accarezzò la testa.
- sei stato bravo a portarla qui.-
Poi gli diede un bacio sulla testa.
- grazie mamma.-
La bambina donna per poco non si strozzò a sentire quelle parole, ma ritenne che per ora non era il caso di fare troppe domande.
Orlandinus se ne stava in disparte, ben lontano dal fuoco.
Aveva un terrore sacro del fuoco essendo un guerriero di carta.
Fuori si stava scatenando un temporale, forse la causa erano le due intruse la strega Multicolore e Follia, ma dentro la casa della donna dai capelli rossi si sentivano al sicuro.
C'era un odore di mandorle nella stanza, stava pensando questo la bambina donna quando la signora parlò.
- Il mio nome è Almond, sono la custode del lago degli amori perduti e questo, come avrai capito è mio figlio. Gli ho chiesto io di venirti a cercare.-
La bambina donna continuava a mangiare in silenzio.
- Lui doveva portarti sino a me, ora dovrai proseguire con Orlandinus ed Asdrubale, lui non puà venire con te nella terra di solitudine.-
La bambina avrebbe voluto fare mille domande, ma come spesso avviene nella vita ora solo una sciocca domanda le veniva in mente.
- signora, cosa è quella grande fionda vicino la sua casa? Ho visto un gancio e una molla, non capisco cosa sia.-
Almond sorrise, si davvero era una ragazza intelligente questa, aveva ragione il Cantastorie.
Così si apprestò a spiegarle.

Almond si toccava i capelli, lo faceva quando era imbarazzata, ma questo la ragazza non poteva saperlo.

- non tutte le cose si possono spiegare. Non si spiega spesso il dolore e nemmeno la paura. Non tutto quello che è male non produce bene. In questo lago finiscono tutti gli amori, ma i laghi hanno immissari ed emissari. Il fiume che alimenta il lago lo avete in parte conosciuto, perchè lo scivolo era fatto anche di quel fiume. Esiste però anche un fiume che esce dal lago e che passa dove il cantastorie ha il suo rifugio.-
La donna ebbe una pausa, Asdrubale si stava strusciando contro le sue gambe, gli faceva quasi il solletico.
Continuò.
- Nel lago non c'è vita, nessun pesce, nessun uccello, nessun animale palustre salvo...Ma non importa, dicevo che il lago lascia depositare le sue scorie di dolore sul fondo. Il rancore, l'odio, la gelosia e tutto quello che gli amori morti portano con se finisce sul fondo. Poi si forma una piccola cascata e da li le acque defluiscono e ridiventano fonte di vita e di storie, storie che il tuo amico coltiva nel suo orto, il un luogo di solitudine assoluta e totale. Non sarà bello per te andare dove si trova lui. Ricordo il giorno in cui lo trovai quasi senza vita, si era lasciato trasportare dal dolore sino al lago e lo raccolsi che era morente, ma di questo se vuole ti parlerà lui. Lui ha costruito la fionda, lui ha inventato questo marchingegno assurdo per lanciare le sue favole sulla terra. E' matto il Cantastorie, il vagabondo, il reietto ma ha un grande cuore e tu lo sai. -
La bambina donna era stupefatta, la fionda serviva a lanciare le storie sulla terra. La quarta luna era davvero un posto assai strano.
All'improvviso dalle finestre tutto divenne buio.
Orlandinus si affacciò per guardare fuori.
- Le cavallette della maldicenza e della menzogna, le uniche che vivono vicino la lago. La strega Multicolore e la dama bianca della follia le hanno risvegliate.-
Il bambino magro abbracciò sua madre Almond, lui le aveva viste e gli facevano paura.
Almond prese il suo bastone ed uscì fuori dalla casa.
Alto levò il bastone e un raggio di luce scaturì dalla sua punta, una pietra trasparente.
Le cavallette si disorientarono.
LO sciame sbandò e si diresse verso sud.
La donna chiamò la ragazza.
- dovete andare, non possono seguirvi nel luogo della solitudine, Orlandinus ed Asdrubale ti guideranno.
Mio figlio non può venire. Andate presto.-
La bambina Asdrubale e Orlandinus presero il sentiero che si addentrava nella foresta.
Ora sentiva che il cantastorie era vicino, molto vicino.

Orlandinus era nervoso. Perché le due streghe erano venute sino a lì se sapevano che non potevano seguirli nel bosco?

Sentiva che qualcosa non andava per il verso giusto e Asdrubale era nervoso, soffiava e si guardava in giro.
Ora la bambina donna correva, anzi volava a pochi centimetri da terra sul sentiero.
Sentiva che stava per arrivare alla sua meta e correva, correva.
Il sentiero faceva una curva e Asdrubale graffiò le gambe della ragazza.
- che ti prende? Asdrubale che hai? il gatto soffiava e le sbarrava il passo.-
In modo quasi ridicolo Orlandinus teneva la sua spada sguainata.
- sente un pericolo, un grosso pericolo e vuole impedirti di andare avanti.-
La belva usci dal sottobosco, sembrava una tigre ma aveva orecchie alte e a punta come una lince e occhi rossi.
Orlandinus la riconobbe.
- Envy la belva delle streghe.-
La belva attaccò subito Asdrubale mandandolo contro un albero con una zampata.
L'animale resta immobile contro il tronco.
Orlandinus conficcò la spada nel petto della belva facendola sanguinare.
Per quanto la cosa sembrasse incredibile, riuscì a ferirla.
La ragazza era furiosa, il suo gatto ferito, forse morto, Orlandinus schiacciato quasi strappato e proprio ora che era quasi arrivata.
Raccolse un bastone a punta da terra e attaccò.
Envy si ritrasse, la ragazza colpiì la belva sugli occhi, poi gli mise la punta di legno in gola e la belva emise un ruggito di dolore.
Fuggì verso il lago con il bastone in gola.
- sei davvero coraggiosa Principessa.-
IL cantastorie era apparso alle sue spalle, il sorriso che ricordava.
La sua voce, la sua voce che l'aveva sempre affascinata.
 
La mano della ragazza sul volto di lui.
Le sue dita sugli occhi del cantastorie e poi a scendere sulla guancia poi sulle labbra.
Il cantastorie era cambiato, rughe dove prima c'era solo il sorriso.
Occhi che guardavano lontano.
Non la baciò, si aspettava che la baciasse ma non lo fece.
Si chinò sul gatto e gli accarezzò la testa, Asdrubale si mosse.
- Guarirà.- Disse il cantastorie.
Poi si diresse verso Orlandinus, il guerriero di carta era diviso in due pezzi e non si muoveva.
L'uomo aveva un'ombra ora sul volto.
- Principessa ne hai fatta di strada, tanta, hai attraversato le tue strade e sei diventata donna. Sempre bellissima, anzi ora sei ancora più bella di quando...-
Non la baciò.
- Cantastorie, sei cambiato, sei dimagrito e non sorridi più come un tempo. La tua magia mi ha portato qui ora liberami dall'incantesimo.-
L'uomo scosse la testa.
- Incantesimo? no, nessun incantesimo, la magia è tua, sei tu che hai creato i sentieri, i mondi, tutto principessa, tutto. Il tuo amore ha smosso le strade, solo il tempo non sei riuscita a cambiare, solo il tempo. Lo hai avuto accanto il tempo. Il tempo è un gatto che nessuno controlla mai.-
Poi prese la mano della donna.
- Hai mani bellissime, ho sempre pensato alle tue mani sai? Sempre nella mia solitudine. Ho scritto le favole per te e le ho mandate sulla terra. Tanti bambini ora sognano e sono felici grazie a te. Sei una donna ora, hai lasciato il mondo della tua infanzia.-
La ragazza ora piangeva, un pianto liberatore ed assoluto.
La sua voce era strozzata.
- Voglio restare con te cantastorie, io ti amo. -
L'uomo soffocò un singhiozzo.
- non dire ti amo, non dirlo, non ora. Il tuo mondo è laggiù, la tua casa, il tuo futuro sono alla luce del sole non all'ombra della luna e dei miei silenzi. Dovrai tornare principessa.-
Questa volta lui la baciò e fu un bacio di una dolcezza infinita e durante tutto il bacio il tempo davvero si fermò.
Perché ci sono baci, quando si ama davvero, che fermano il tempo.
 
La principessa ritornò sulla terra in un modo assurdo, Almond la mise sulla fionda e la lanciò sulla terra.
Sapeva volare e non si fece alcun male.
Cosa sia stato di lei non si sa bene.
Qualcuno dice che sia andata a vivere nel paese Supercioccoloso, di certo non sulla casa sull'albero, perché quella casa non esiste più.
Non portò con se il gatto Asdrubale, che rimase sulla quarta luna con il cantastorie.
L'uomo non amò più nessuna donna e rimase nel silenzio a scrivere favole.
Almond all'inizio provò a farlo innamorare ma poi dovette desistere.
Non aveva più un cuore disponibile.
Il bambino magro lasciò alla fine anche lui quel mondo e divenne un uomo,pare che lui incontrò Alessia e la donna che sapeva volare molto tempo dopo.
Leggende, storie che si raccontano.
Naturalmente io so la verità, naturalmente so dove è finita davvero la principessa e cosa le sia accaduto dopo.
Ogni tanto guardate la luna, c'è un cantastorie e un lago degli amori perduti sulla luna.
Qualche volta piove senza nuvole vero? Forse non è pioggia.

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